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uno stile maschio ed energico, quale usato l’avrebbero gli scrittori de’ più celebri tempi se avessero avuto a scrivere questa Storia. Chi forma il suo stile sugli scrittori contemporanei, prende una maniera di dire fiacca e sfibrata.

Omettiamo i progressi di Winkelmann nella sua giovinezza: essi comechè grandi per le circostanze, né sorprendenti furono né importanti abbastanza per esser qui riferiti.

Nel 1733. in età di sedici anni egli andò a Berlino con una commendatizia al rettore d’una di quelle scuole detta il Ginnasio di Koln. Ivi colla sua assiduità procurò d’instruirsi, ed instruiva i minori di sé, per guadagnarsi un sostentamento, e far eziandio qualche avanzo, onde soccorrere i suoi miseri parenti.

In quelle scuole mantiensi tuttavia in vigore un’istituzione che, sebbene rubi molto tempo allo studio, e forse non ben s’accordi con una sana politica, pure è la sola per cui parecchi uomini celebri hanno avuto comodo di studiare e farsi grandi. Alcune compagnie di scolari, che chiamansi Cori, vanno per la città cantando per una lieve ricompensa ad ogni porta una canzone, un’arietta, un mottetto in un tuono che non è il più piacevole. Or narrasi che colui il quale aveva un giorno ad essere Presidente delle antichità a Roma, non isdegnò in sua giovinezza di regolare uno de' siffatti Cori. In tal guisa si tolse all’oppressione della propria miseria, e potè anche soccorrere i genitori bisognosi. Così la povertà, che avvilisce la maggior parte de’ talenti, a lui sembrò dare attività e forza. Sembra però che non vi trovasse molto il suo conto, poiché tornò presto a Stendal fra le braccia de’ suoi congiunti, e nella biblioteca del suo rettore.

Lasciò Stendal nel 1738., e portossi ad Halle in Sasso-


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