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384 D e l   B e l l o   c o n s i d e r a t o


[Superficie del corpo.] §. 5. Dopo d’aver esaminata la bellezza delle estremità, la considereremo anche nella superficie, e principalmente nel superficie del petto e nel ventre.

[Petto nelle figure virili...] §. 6. E’ bello nelle figure virili un petto che maestoso si sollevi; e tale è presso Omero il petto di Nettuno, e quello d’Agamennone: né diverso il voleva Anacreonte nell’effigie del suo Batillo1.

[...e nelle femminili.] §. 7. Ne’ monumenti dell’arte le mammelle delle figure femminili non sono mai soverchiamente ampie e rilevate, e se Banier2, nel descrivere il simulacro di Cerere, dice che venia rappresentata con ampio seno, o egli è stato mal informato, o ha presa una qualche Cerere moderna per antico lavoro. La forma del petto nelle figure divine è simile al verginale, che per esser bello aver deve una moderata pienezza; onde usavano le greche fanciulle di spargere sulle mammelle certa pietra dell’isola di Nasso polverizzata, per impedire che non crescessero soverchiamente3. I poeti paragonavano tal seno a un grappolo d’uva immaturo4; e ’l moderato suo rialzamento nelle Ninfe vien da Valerio Flacco indicato colla voce obscura, ove dice:

Crinis ad obscura decurrens cingula mammæ5.


In alcune figure di Venere, di grandezza inferiore alla naturale, le mammelle sollevansi come due mucchietti che vanno a terminare in una punta; e quella forse fi è creduta la forma, più bella che loro dar si potesse. Che se nella Diana Efesina le mammelle non solo grandissime erano e pienissime, ma erano eziandio moltiplicate, dobbiamo credere che l’ar-


tista


  1. Casaub. Anim. in Athen. lib. 15. c. 10. in fine.
  2. Myth. Tom. iI. lib. 4. c. 11. p. 471
  3. Diosc. lib. 5. cap. 168. pag. 389.
  4. Theocr. Idyl. 11. v. 21., Nonn. Dion. lib. 1. vers. 71.
  5. Argon. lib. 3. vers. 526. [Pare piuttosto che le dica oscure, perchè fossero coperte; giacche egli fa le Ninfe vestite:

    ..... Levis omnibus arcus,
    Et manicæ, virides, & stricta myrtus avena;
    Summo palla genu; tenui vagus innatat umbra
    Crinis ad obscura decurrens cingula mammæ.