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n e l l e v a r i e f i g u r e , e c. | 369 |
§. 20. Mi ha recata maraviglia, e non senza ragione, che Teocrito, il poeta delle grazie, abbia potuto trovar belle le sovracciglia unite1; e che a lui abbian tenuto dietro alcuni scrittori, come Isacco Porfirogenito, che dà tali sovraccigiia (σύνοφρυς) ad Ulisse2; e ’l supposto Darete Frigio, che simili ne attribuisce alla bella Briseide. Bayle3, ancorché non versato nelle arti del disegno, trovò ciò strano, ed ebbe ragion di credere che le ciglia di Briseide non sarebbono punto un tratto di bellezza a’ nostri dì.
§. 21. E’ certo però che i conoscitori del bello, anche presso gli antichi, pensarono come noi: ed Aristeneto4 loda in una bella persona le sovracciglia fra di loro ben separate. Sono queste, è vero, fra di loro unite nella testa di Giulia figlia di Tito, e in un’altra testa nel palazzo Giustiniani; ivi però l’artista non si studiò di formare bei volti, ma di fare de’ ritratti somiglievoli; anzi è da osservarsi che, sebbene Suetonio5 faccia menzione delle sovracciglia unite d’Augusto, pure cosi non veggonsi espresse su nessuna moneta di quell'imperatore6. Le sovracciglia, che vanno ad unirsi, sono, secondo un greco proverbio, indizio d’un cuore orgoglioso ed aspro:
- Ὁ θρασύς ὑψαύχην τε, καὶ ὀφρύας εἰς ἓν ἀγείρων7.
[Della bocca...] $. 22. Dopo gli occhi la bocca è la più bella parte del volto. Soverchia cosa sarebbe lo stabilire in che ne consista la
Tom. I. | A a a | bel- |
- ↑ Idyl. 8. vers. 72.
- ↑ Ap. Rutgers. Variar. lect. lib. 5. c. 20. pag. 511. 518 [ Isacco parla solamente da istorico, onde non è da tacciarsi, come Winkelmann non taccia Suetonio qui appresso.
- ↑ Dict. art. Briseis.
- ↑ Epist. 1. lib. 1. pag. 5.
- ↑ In August. cap. 79.
- ↑ Si vedono nella sua testa in marmo bianco acquistata dal Museo Pio-Clementino, come già osservò il sig. abate Visconti nel Diario Romano, 18. Gennajo 1783. num. 840. pag. 2. È però in essa rappresentato da vecchio molto. Vedi appresso al libro XI. capo iI. §. 8.
- ↑ Anthol. lib. 7. num. 20. pag. 723.
- [ Audax ille, & superbus, supercilia in unum contrahens.