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362 | D e l B e l l o c o n s i d e r a t o |
Tantalo assoggettati1. A questa mia conghiettura serve anche d’appoggio Filoftrato2, ove narra che i Lidj facean l’opposto de’ Greci, ricoprendosi quelle parti del corpo, che questi teneano scoperte. Né parla egli già di un’osservazione che abbia fatta egli stesso, ma riferisce cose vetustissime apprese da qualche più antico a noi ignoto scrittore, poiché a’ tempi suoi più non esistevano né que’ Lidj, né que’ Frigj, e s’erano interamente cangiati i costumi degli abitatori dell’Asia Minore. Di un simile vestimento, o piuttosto involucro de’ Frigj, sembra far menzione Euripide nell’Ecuba, ove introduce Agamennone che, vedendo innanzi alle tende il cadavere del di lei figlio Polidoro, chiede a quella regina, chi sia quel morto trojano; né può già, dic’egli, esser uno de’ Greci, poiché essi così vestiti non sono:
- ...Τίν᾽ ἄνδρα τόνδ᾽ ἐπὶ σκηναῖς ὁρῶ
- Θανόντα Τρῴων; οὐ γὰρ Ἀργεῖων πέπλοι
- Δέμας περιπτύσσοντες ἀγγέλλουσί μοι.3.
Né denno tali parole intendersi del panno in cui i cadaveri involgevansi, ma bensì d’un uso particolare de’ Frigj, per cui al vestito si distinguevano dai Greci»
§. 11. Confesso però, che se questo passo d’Euripide si voglia intendere del vestito frigio, in quanto che era. diverso dal greco, allora nulla posso» inferirne per ispiegare la gemma. Ma ben fondata altronde si è la mia conghiettura sopra l’uso che aveano i Lidj di ravvolgere in un panno parte del volto; anzi penso di rendere interamente probabile la spiegazion da me data intorno alla summentovata gemma colla pittura d’un vaso di terra cotta rapportato nella magnifica collezione Hamiltoniana, Se ne vegga la figura alla
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