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d e g l i   E d i t o r i   V i e n n e s i . xxxvij

le sue carte una ne troviamo, in cui leggesi: Memoria, pel futuro editore della Storia dell’arte, che noi consideriamo come un suo testamento. Ivi notato aveva esattamente tutto ciò che volea che si osservasse, avendo anche riguardo alle più minute cose. Tal carta è bagnata ancora del suo sangue; e avea incominciato a scrivere il quinto numero, allorché lo scelerato assassino andò a lui per ucciderlo. Essendo poscia il ms. di tale Storia stato rimesso all’Accademia, noi ci siamo fatti un dovere di non iscostarci punto dai suoi avvisi.

Ecco ciò che scrivea Winkelmann sulla mentovata carta.

1. I nomi sostantivi non istampinsi con lettere majuscole, che guastano l’uniformità del carattere1.
2. L'indice si ordini nella seguente maniera ec.
3. Le citazioni facciansi co’ numeri secondo l’ordine naturale.
4. Nulla si cangi nel testo, né vi s’aggiungano note altrui.
J. Si deve.... (ma qui Lugere Musa!)

Ci saremmo riputati a delitto il far un cangiamento qualunque nel manoscritto di sì grand’uomo, né avremmo potuto senza imprudenza pretendere di corregger l'Opera, o di migliorarla con note. Su quello principio abbiamo per sin omesso di rispondere alle obbiezioni, che altri celebri scrittori hanno pubblicate contro la sua Storia. Qui solo avvertiremo che alcuni lo hanno ripreso senza ben intenderlo, come il fig. Home il quale ne’ suoi Abbozzi per la storia dell’umanità, sostiene doversi principalmente al dispotismo la decadenza delle arti, e poscia chiama ridicola l’opinione di Winkelmann, perchè con Vellejo Patercolo scrive


che
  1. Cosi si usa nell’Ortografia tedesca.