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che ha sette teste d’altezza, ha il piede fu cui sostiensi più lungo del capo di ben tre pollici di palmo romano; e Alberto Durer ha dato alle sue figure otto lunghezze della testa, e sei lunghezze del piede; cioè ha fatta tra la testa e ’l piede la proporzione di 3. a 4. La Venere de’ Medici è una figura sommamente svelta, e quantunque assai piccola ne sia la testa, pur tutta la sua altezza non è che sette teste e mezza, il piede è un palmo e mezzo pollice, e di sei palmi e mezzo è l’intera figura.

§. 9. Potrei qui agevolmente dare un minuto ragguaglio delle proporzioni del corpo umano, traendole dai greci disegni del nudo; ma le ometto, essendo persuaso che di nessun’utilità sarebbe una semplice teoria senza le istruzioni pratiche, siccome inutili sono quelle opere nelle quali, senza nemmeno aggiugnervi il corredo delle opportune figure, di ciò si tratta diffusamente. Così un inutile sforzo d’ingegno farebbe, e di nessun vantaggio a’ disegnatori, né ai conoscitori, il voler rapportare le proporzioni del corpo umano alle regole dell’armonia generale e della musica. Le ricerche aritmetiche sono per la pratica del disegno come la scuola di scherma per battersi in una battaglia campale, cioè di nessun uso.

[Della composizione.]

§. 10. Non sarà qui luogo il parlare di quella proporzione, che serbar si vuole nell’insieme delle figure, ossia nella composizione. Le principali regole degli antichi artisti intorno a ciò erano la parsimonia nelle figure, e la quiete nell’azione. Riguardo alla prima, sembra da’ medesimi monumenti rimastici che eziandio nelle opere dell’arte siasi osservata la regola introdotta da Sofocle1 sul teatro, di non mettere sulla scena più di tre persone allo stesso tempo2; anzi veggiamo che gli antichi artisti si sono sovente


stu-
  1. Arist. Poet. cap. 4. opcr. Tom. IV. pag. 5. C.
  2. ... Nec quarta loqui persona laboret. Hor. de Arte poet. v. 192.