Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
n e l l e v a r i e f i g u r e , e c. | 333 |
saggio artista, che voleva effigiare il più bello degli dei, gli collocò lo sdegno nel naso, che n’è la fede, secondo i più antichi poeti, e ’l disprezzo sulle labbra: questo ha espresso col tirargli alquanto in su il labbro inferiore, e quello coll’avergli dilatate le narici1.
§. 9. L’espressione delle passioni sul volto dev’accordarsi colla politura e cogli atteggiamenti del corpo: e quelli denno convenire alla dignità degli dei nelle loro statue e figure; quindi ne risulta la compostezza. Non fi troverà mai una divinità di forma umana, e d’età posata, che tenga le gambe una sull’altra incrocicchiata; e sconvenevole cosa reputavasi ad un oratore2, anzi a chicchessia presso i Pittagorici3, l’accavallare la coscia destra sulla sinistra sedendo. Perciò non credo che quella statua di Elide, la quale avea tal positura, ed appoggiavasi con ambe le mani ad un’asta, rapprefentafi e un Nettuno, siccome pensò Pausania4, i di cui interpreti non ne hanno in questo luogo ben intesa l’espressione traducendo τόν τε ἕτερον τῶν ποδῶν ἐπιπλέκων τῷ ἑτέρῳ, pedem pede premens, cioè tenere un pie sopra l’altro, quando piuttosto dir doveano pedibus decussatis, cioè colle gambe incrocicchiate5.
[...e Bacco...] §. 10. Apollo e Bacco sono i soli, che in tal modo rappresentati veggansi in alcune statue, per indicar in quello la giovinezza giocosa, e la mollezza in questo. Ha tale posi-
tura |
- ↑ Vedi loc. cit. §. 12.
- ↑ Plut. Consol. ad Apoll. pag. 104.
- ↑ Idem De Vit. pudore, oper. Tom. iI. pag. 45. D., De Auditione, pag. 532. C.
- ↑ lib. 6. cap. 25. pag. 517. lin. 16.
- ↑ Quantunque presso alcuni degli antichi sia stato stimato un atteggiamento sconcio il tenere sedendo un ginocchio sull’altro accavallato; pure non vi attendevano gli artisti piucchè tanto secondo le varie occasioni, e perciò non mancano figure anche di divinità così rappresentate. Per esempio Giove si vede in un basso-rilievo presso Bartoli Admiranda Antiquit. Roman. Tab. 46., e Montfaucon Antiq. expl. Tom. I. plan. 15. Su un angolo dell’urna del Museo Capitolino, ove sono le Muse, vi è in tal positura un vecchio di grave aspetto, che Montfaucon loc. cit. Suppl. Tom. iiI. lib. 1. ch. 8. pag. 33. après la pl. 9. raffigura per Diogene, e secondo Foggini Museo Capitol. Tom. IV. Tav. 27. pag. 154., sarebbe Omero. Partenopeo, uno degli eroi tebani, si vede nella gemma etrusca data alla pag. 162.; e una donna in un ametisto del re di Francia riportato dal Montfaucon medesimo cit. Tom. iiI. pl. 13., e altra figura virile, che per altro pare afflitta, nel basso-rilievo riportato da Winkelmann nei Mon, ant. ined.