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310 D e l   B e l l o   c o n s i d e r a t o

lungo ammanto da Trezena portavasi ad Atene, ove da coloro che lavoravano al tempio d’Apollo fu tenuto per una donzella, coficchè maravigliaronsi di vedere quella creduta beltà femminile, contro il costume, sola e senza scorta avviarsi alla città1.

§. 39. Questa idea della bellezza però non ebbe fra gli antichi l’artista, che su una pittura d’Ercolano rappresentò Teseo di ritorno da Creta circondato dai fanciulli e dalle vergini d’Atene, che riconoscenti per l’uccisione del Minotauro gli bacian le mani. Ancor più e dalla verità e dalla bellezza propria all’adolescenza s’allontanò Niccolò Poussin in un quadro del signor Vanvitelli architetto reale a Napoli, ove Teseo in presenza di sua madre Etra scopre la scarpa e la spada che il padre suo celata aveva sotto un sasso2. Ciò fece l’eroe nell’anno suo sestodecimo; e qui già vedesi colla barba e in un’età virile, cioè privo di quelle forme rotonde e morbide che sono proprie alla giovinezza. Ometto che gli edifizj e l’arco trionfale di quel quadro non hanno punto che fare coi tempi di Teseo.

§. 40. Il sig. Vatelet3 non ha certamente formato sull’esame delle statue antiche il suo giudizio intorno alle figure degli dei e de’ semidei, ove stabilisce come una loro proprietà l’aver delle membra scarnate, sottili offa, piccol capo, stretti fianchi, angusto ventre, piccioli piedi, e le pianta de’ piedi incavata.

[Figure del Salvatore.]

§. 41. L’idea della bellezza, a cui mirarono gli antichi nell'effigiare gli Eroi, avrebbon dovuta prender di mira eziandio gli artisti moderni nel rappresentare il Salvatore, e farlo per tal modo conforme alla predizione del Profeta4,


che


  1. Paus. lib. 1. cap. 19. princ. pag. 44.
  2. Callimaco in fragm. a Bentl. Collect. num. LXVI. pag. 322., Licofrone Cassandra, v. 1323. Vegg. Venuti Collect. Antiq. Rom. Tab. 55., Winkelmann Monum. ant. Part. iI. cap. 12. num. 96. pag. 130.
  3. L'Art de peindre. Réflexions sur les proportions.
  4. Psalm. 44. vers. 3.