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n e l l e   v a r i e   f i g u r e , e c. 297


[... in Mercurio ...] §. 15. La bella giovinezza d’Apollo s’avanza gradatamente in altri giovani dei, finché arriva a più perfetta età; ed è già più virile in Mercurio e Marte. Mercurio si distingue per una certa particolare finezza ne’ tratti del volto, che Aristofane chiamato avrebbe ἀττικὸν βλέπος1, e pei corti e crespi capelli. Abbiam parlato di sopra2 delle sue figure barbate nelle opere degli Etruschi e de’ più antichi Greci.

§. 16. Il moderno scultore, il quale ha restaurata la testa e una parte del busto ad una statua di Mercurio di grandezza naturale che abbraccia una donzella, esistente nel giardinetto dietro al palazzo Farnese, gli ha data una barba forte e piena. Io non credo però che, quando anche avesse conosciute le figure etrusche, egli avrebbe mai pensato a far uso di questo tratto d’erudizione antica nella statua d’un Mercurio innamorato, ma sono piuttosto d’avviso ch’egli sia stato a ciò fare indotto da qualche erudito, il quale per avventura giudicò che farsi dovesse barbato Mercurio, per la mal intesa voce ὑπηνήτης usata da Omero, secondo cui questo dio, volendo accompagnare Priamo alla tenda d’Achille, prese le sembianze d’un giovane πρῶτον ὑπηνήτῃ3. Quelle voci significano quell’età in cui si cuopre della prima lanugine il mento, e possono eziandio intendersi del più bel fiore di giovinezza, quando mostrasi la barba sulle guance4; il che Filostrato in Amfione chiama ἰούλῳ παρὰ τὸ οὖς5. La donzella, cui Mercurio abbraccia, non avrebbe ad esser Venere, sebben al riferir di Plutarco, solesse quella sovente rappresentarsi in compagnia di Mercurio per

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  1. in Nubib. vers. 1178. [ Ipso e vultu ASPECTUS micat ATTICUS.
  2. pag. 183. seq.
  3. Iliad. lib. 24. vers. 348.
  4. I versi d’Omero colle parole citate, anche nelle traduzioni, sono tanto chiari, che se quello scultore, e l’erudito, cui critica Winkelmann, li avesser letti, non ne avrebbero potuto trarre autorità per un tal restauro:

    Perrexitque eundo juveni regio similis
    Primum pubescenti, cujus pulcherrima juventa

  5. Philostr. lib. 1. Icon. 10. Tom. iI. p. 779 [ Una vero cum lanugine secundum aurem descendens, eamque fulgore collustrans.