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290 D e l   B e l l o   c o n s i d e r a t o

cui consiste quell’umana beatitudine che, or ben or mal intesa, è sempre stata di tutte le religioni l’oggetto.

§. 3. Fra le dee attribuivasi a Diana e a Pallade una perpetua virginità, cui pur le altre dee riacquistavano quando, cedendo all’amore, veniano a perderla: a tal oggetto Giunone sovente lavavasi nel fiume Canato. Quindi le mammelle delle dee e delle amazzoni son simili a quelle d’una fanciulla, a cui Lucina non abbia peranche sciolta la fascia, e i frutti d’amore non abbia concepito, cioè il capezzolo loro non è visibile. V’ebbe bensì talora delle divinità rappresentate o descritte in atto di allattare: così Iside allattò Api1; ma la favola pur ne dice che Iside medesima dava in bocca ad Oro un dito2 a succhiare in vece della mammella, come vedesi rappresentata su una gemma del museo Stoschiano3; e ciò probabilmente s’immaginò per l’anzidetta ragione. Vedrebbonsi forse i capezzoli delle mammelle nella statua sedente di Giunone che allatta Ercole, nel palazzo Pontificio4, se non venisser coperti l’un dalla testa del bambino, e l’altro dalla mano della dea. Se ne vegga la figura ne’ miei Monumenti antichi5. In un’antica pittura nel palazzo Barberini son visibili i capezzoli in una figura muliebre di grandezza naturale, che credesi una Venere; ma appunto da questo indizio si può conghietturare che tal dea non rappresenti.


§. 4. La


  1. Descript. &c. du Cab. de Stosch, cl. 1. pag. 17. num. 70. [ E si vede anche nel basso-rilievo in avorio presso il Buonarroti Osservaz. istor. sopra alc. medagl. pag. 70., che noi daremo in appresso. Iside ha in capo la gallina numidica, di cui ha parlato Winkelmann sopra pag. 103. princ; i braccialetti all’alto del braccio, ed ai polsi, come altre figure egiziane nominate alla pag. 106. col. 1; e sta sopra una barca di papiro come in altri monumenti, de’ quali si è parlato pag. 93. n. b. Vedi anche l’indice dei rami, che daremo in fine dell’opera.
  2. Plut. de Isid. & Osir. oper. Tom. iI. pag. 357. B.
  3. Descript. &c. cl. 1. pag. 16. n. 63.
  4. Ora nel Museo Pio-Clementino. Il signor abate Visconti nella egregia descrizione, che fa di questo Museo, nel Tomo I. Tav. 4. pag. 4. 5. crede con più probabili fondamenti, che il putto della dea sia Marte, anzichè Ercole. Non dissimula per altro, che possa essere un simbolo dell’ufficio di Giunone, detta Lucina, e Natale, perchè presedeva alle donne partorenti.
  5. num. 14.