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§. 23. Questa osservazione può servire a rettificare, ove abbisogni, o a render vieppiù fondato il nostro giudizio, ed a convincere coloro, i quali in ciò poco versati generalmente ammirano molto più l’arte nelle figure in cui tutti ben espressi siano i muscoli e le ossa, che nelle molli e semplici forme della gioventù. Queste richiedono maggiore abilità e studio; diffatti una maggiore difficoltà s’incontra a copiare le giovanili figure che le senili, come potrà esserne convinto chiunque paragonerà le antiche gemme incise colle copie che fatte ne furono posteriormente. Egli costantemente vedrà che i moderni artisti sono assai meglio riusciti ad imitare le teste de’ vecchi che quelle de’ giovani; e potrà bensì un conoscitore ingannarsi riguardo a quelle nel giudicare se originali siano o copie, ma non prenderà certamente abbaglio, ov’abbia sott’occhio la giovanil testa d’una bellezza ideale. Sebbene la celebre Medusa del museo Strozzi a Roma, che pur non è del bello più sublime, sia fiata imitata dai migliori artisti moderni, e copiata nella grandezza dell’originale; pur quello sempre sarà riconoscibile: e lo stesso può dirsi delle copie della Pallade d’Aspasio imitata nella sua vera grandezza da Natter e da altri.

§. 29. Quanto ho sin qui detto deve intendersi semplicemente della percezione e dell’idea del bello preso nel più stretto senso, e non già della scienza e dell’abilità in disegnarlo od eseguirlo; poiché pel disegno e per l’esecuzione più sapere si richiede e più maestria nelle figure forti che nelle dilicate. Così il Laocoonte è un’opera di maggiore studio ed abilità che l’Apollo di Belvedere; e Agesandro, che la prima figura ne scolpì, esser doveva un artista più versato e più profondo che lo scultore dell’Apollo; ma quelli per l’opposto aver dovea più elevato lo spirito, e l’a-

Tom. I. N n nima