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278 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o

§. 22. Ma poiché nell’umana natura fra la pena e ’l contento non v’è, nemmeno secondo Epicuro, uno stato di mezzo: e son le passioni quelle che muovono l’uomo e lo scuotono, quelle che eccitano l’estro del poeta, e sollevano il genio dell’artista; perciò la bellezza pura non dev’essere il solo oggetto delle nostre ricerche, ma dobbiam anche collocarla nello stato d’azione e di passione: il che, usando il termine dell’arte, chiamasi espressione. Per tanto noi qui prima della semplice bellezza, e poscia della espressione imprenderemo a trattare.

[Si considera la bellezza ne’ lavori dell’arte.] §. 23. La formazione della bellezza ne’ monumenti dell’arte o è individua, cioè d'una data persona, ovvero è una scelta delle parti più belle di molti individui combinate in una sola figura: questa seconda chiamasi bellezza ideale. Osservisi però che non tutto quel che è ideale, è bello; poiché le figure egiziane, nelle quali non iscorgonsi né muscoli, né nervi, né vene, sono certamente ideali, eppur non ci presentano nessuna bellezza; e molto meno possono chiamarsi belli i panneggiamenti delle figure loro muliebri, i quali sicuramente sono stati immaginati dagli artisti, e non copiati dal vero, e perciò sono ideali1.

[Beltà individuale...] §. 24. La formazione della bellezza ha cominciato dal bello individuo, cioè dall’imitare una bella persona, an-


che


    porto di vicendevolezza; ne avviene quindi che questo, e quell’altro uomo sentasi propenso verso un oggetto, che pur egli confesserà non esser bello; o anche giunga a chiamarlo, e difenderlo per più bello d’un altro, che avrà in sé stesso e la totalità, e la distribuzione equabile suddetta, e la più giusta contemperazione di tutti insieme i rapporti. Quest’uomo perciò farà detto d’un gusto depravato. E qui noi abbiamo, senza quali avvedercene, analiticamente definito, che cosa sia il buon gusto in questo genere: vale a dire, egli è quel sapere spogliarsi di tutti gli intrecci, specialmente segreti, delle particolari inclinazioni del proprio individuo, per così darsi con uguaglianza di attenzione a rilevare in un dato oggetto e la totalità, e la distribuzione delle parti fu mentovate, e la contemperazione di tutti insieme i detti rapporti: e rilevate queste condizioni, pronunciare per quell’oggetto la sentenza del bello.

    Per il bello, che più da vicino riguarda le arti del disegno, potranno vedersi le Riflessioni su la bellezza, e sul gusto della pittura, del celebre pittore signor cavaliere Mengs, sul principio delle di lui opere; e le più giuste osservazioni, che ha fatte su di esse l’illustre editore signor cavaliere de Azara. Secondo i pnncipj esposti sin qui, e quelli che seguono, ha ragionato, sviluppandosi in qualche cosa, e mettendoli in altro aspetto, il chiarissimo Bettinelli Ragionam. filosof. ragion. I annotazioni, op. Tom. I. pag. 130. e segg.

  1. Nol crederei. Vedi pag. 97. 98. 109.