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248 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o

e basso pensar poteano. Essi ne’ loro migliori tempi erano animati da uno spirito fatto per la meditazione, il quale già avea pensato per venti anni e più in quell’età, in cui presso di noi a ben riflettere s’incomincia appena, e questo spirito manteneasi lungamente nella massima sua vivacità sostenuta dalla robustezza del corpo, laddove presso di noi pasciuto ignobilmente d’inezie diviene sempre più debole e si degrada fino a quella età, in cui a rallentarsi comincia naturalmente.

[...l’educazione ...] §. 12. L’intelletto de’ fanciulli, che a guisa di tenera corteccia le incisevi note ritiene e le ingrandisce, non riempievasi allora di parole vuote di senso: e ’l cervello, che soltanto d’una data quantità d’idee o nozioni pare suscettibile, non trovavasi allora da assurdi sogni occupato, quando la verità dovea prendervi luogo. L’apprendere ciò che gli altri sapeano, era l’ultimo studio. Esser erudito nel senso d’oggidì era facil cosa pe’ Greci ne’ loro tempi migliori, e ognuno potea divenirlo, essendovi per ciò una gran difficoltà di meno da superare, cioè la cognizione e la lettura de’ libri fattisi ora innumerevoli, e allora ignoti; poiché solo all’olimpiade lxi. si cominciò a raccogliere le membra sparse del più chiaro poeta. Queste veniano apprese da’ fanciulli1, che al loro dettato si conformavano; e quando i giovanetti con qualche bella produzione faceansi nome, erano considerati fra le persone più ragguardevoli della loro nazione.


§. 13. Una


  1. Xenoph. in Conv. c. 3. §. 5. p. 879. D. [ Ne’ primi tempi, in mancanza di libri, e di altri mezzi, che abbiamo oggidì, le memorie si conservavano, e si mandavano ai posteri per mezzo di canzoni storiche; come ho detto sopra pag. 165. not. a., e veggasi anche de la Nauze Prém. Mém. sur les chans. de l'anc. Grece, Acad. des Inscript. Tom. IX. pag. 320. Pare che qui Winkelmann voglia mettere in quello genere di canzoni anche le opere di Omero, come ve le mettono Wood in una dissertazione Sul genio originale di Omero; e il sig. Merian, che lo loda, e segue nella dissertazione. Comment les sciences infl. sur la poesie, prém. par. sec. Mém. §. 1. pag. 485. Nouveau Mém. de l'Acad. Roy. des scien. & bell. lettr. année 1774. à Berlin. 1775.; ma senza giusti fondamenti. L’arte di scrivere, e di far libri era pur inventata a' tempi di quel gran poeta, e molto prima ancora, ed era in ufo fra i Greci, come dopo tanti autori, che riporta, ha provato l’eruditissimo P. Fabricy Diatribe, in qua bibliogr. antiq. ec. pag. 258. n. 2., e pag. 319. segg. not.