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dere che queste siano state coniate fin da’ tempi, ne’ quali gli Etruschi quelle città abitavano; e altronde le teste delle divinità su tali monete impresse similissime sono a quelle delle monete e delle statue greche: Giove fra gli altri su le monete etrusche della città di Capua ha i capelli della fronte disposti nello stesso modo che sulle figure greche di questo padre degli dei, del che più diffusamente si tratterà nel libro V.1.

§. 17. Questo è per tanto il terzo stile etrusco, e quello che è proprio della maggior parte degli etruschi monumenti che a noi pervennero, e nominatamente delle urne sepolcrali d’alabastro bianco di Volterra, che presso questa città furono scoperte, quattro delle quali veggonsi ora nella villa Albani.




Ca-


  1. Ciò che ha detto sin qui Winkelmann della durezza nei lavori etruschi viene confermato da Quintiliano, che dure appunto chiamò le statue di quella nazione, Instit. Orat. l. 12. cap. 10. Monsignor Guarnacci, al quale non piace quella critica, nelle Origini ital. Tom. iI. l. 7. c. 7. pag. 297. ha cercato di raddolcirla il più, che gli sia stato possibile, col dire, che Quintiliano parli dei bassi tempi nella decadenza dell’arte presso i Toscani, de’ tempi cioè di Diocleziano imperatore, in cui egli viveva, o di due, o tre secoli prima; e che se li chiama un po’ duretti, lo dice rispetto agli eccellentissimi, ed insignissimi lavori dei Greci; e precisamente a quelli di Fidia, di Policleto, di Alcamene, di Polignoto, e simili. Vedi appresso la nota in fine al capo IV.