Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
192 | D e l l e A r t i d e l D i s e g n o |
[Pitture negli antichi sepolcri...]
§. 23. Resta per ultimo che diciamo qualche cosa delle pitture etrusche; ma poiché altre non se ne sono sino a noi conservate fuorché quelle, le quali sono state scoperte negli antichi sepolcri di Tarquinia, una delle città capitali dell’Etruria, non sarà qui fuor di luogo il dare una breve descrizione de’ sepolcri medesimi. Son quelli tagliati in una pietra tenera detta tufo1, e trovansi in mezzo ad una pianura2 presso Corneto distante circa tre miglia3 dal mare, e dodici da Civita Vecchia4. Si discende in essi per un’apertura rotonda5, la quale va diminuendosi a forma di cono a proporzione che s’avvicina all’uscita, e in cui a luogo a luogo v’ha de’ buchi, generalmente al numero di cinque, incavati alla distanza di tre piedi in circa l’un dall’altro, i quali servono come di scalini per discendere in que’ sotterranei. In uno v’è un’urna quadrilunga pel corpo del defunto scavata nella medesima pietra. Le soffitte de’ sepolcri somigliano in parte a quelle delle nostre camere, in parte son lavorate a quadretti incavati, e diceansi dai latini lacunaria. In altri somigliano ai pavimenti degli antichi, essendo formate come di piccole tegole, o piuttosto di mattoni quadrangolari a lati eguali, messi a coltello come le spine del pefce; donde questa maniera di lavoro ha preso il nome di spina-pesce. Sono sostenute da pilastri quadrati dello stesso tufo in numero or maggiore or minore, proporzionatamente alla varia loro estensione. Sebben in questi sepolcri non doveste mai penetrar luce, poiché chiuso n’era l’ingresso superiore, pure ne erano tutte messe a ornati non solo le soffitte, ma le pareti eziandio e i pilastri; anzi parecchi hanno tutt’all’intorno una larga fascia dipinta che tien luogo di fregio, e regna anche nella parte superiore de’ pilastri, de’ quali alcuni fon dipinti a grandi figure. Sono quelle fu una grossa intonacatura di calce; alcune sono
an- |