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p r e s s o   g l i   E t r u s c h i , ec. 191

n’ha delle seconde, ed una ne posseggo io stesso. I lavori cosi incisi chiamavansi da’ Greci καταγλύφα.

[Ordine cronologico de' sin qui riferiti lavori.] §. 22. Chi volesse considerare i monumenti etruschi, de' quasi abbiamo fin qui parlato, secondo la loro età, avrebbe a tenere quest’ordine. Dovrebbe riferire alla più rimota antichità e al primo stile le mentovate monete1, la Leucotea in basso-rilievo, forse anche la statua della villa Albani, e ’l Genio di bronzo del palazzo Barberini. Quali opere de’ tempi seguenti e del secondo stile dovrebbe a mio giudizio tenere l’ara rotonda su cui sono scolpite le tre divinità, l’ara quadrata in cui veggonsi le dodici fatiche d’Ercole, e la grand’ara triangolare della villa Borghese. Le descritte gemme al secondo stile anziché al primo sarei d’avviso doversi riferire, principalmente ove colla Leucotea si paragonino, e a quello pure riporterò la bocca di pozzo in cui scolpiti sono i dodici dei maggiori, se pure come un lavoro etrusco si voglia riconoscere. Paragonando a tai monumenti l’Aruspice in bronzo della galleria di Firenze, e la maggior parte delle urne sepolcrali che ci son note, e che per lo più sono state disotterrate a Volterra, riconosciamo anche in quelle opere il secondo stile dell’arte etrusca.



§. 23. Re-


  1. Nell’originale di questa edizione non si fa menzione di monete etrusche, ma di esse parlasi nella prima edizione in questi termini: „Fra le monete ve ne sono alcune de’ più rimoti tempi dell’arte etrusca. Ne ho sotto gli occhi due possedute da un artista romano in un museo di monete antiche greche. Esse sono d’una composizione di color biancastro, e benissimo conservate. Una ha fu un lato un animale che pare un cervo, e sul rovescio due figure prominenti, che si rassomigliano, e tengono una canna. Sono questi forse i primi saggi degli Etruschi nell’arte metallica. Le gambe son indicate da due linee, che terminano in un punto rotondo con cui s’indica ciascun piede. Il braccio, che non tien la canna, è una linea perpendicolare alquanto incurvata ai cominciar della spalla, e arriva quasi ai piedi. Le parti sessuali sono più corte ch’essere nol sogliono sulle gemme e sulle monete etrusche, nelle quali fono mostruosamente prolongate sì negli uomini, che negli animali. Il volto somiglia alla testa d’una mosca. L’altra moneta ha da un lato una testa, e sul rovescio un cavallo". Ignoriamo se tal omissione sia stata fatta espressamente dall’Autore, perchè dubitasse se veramente sieno etrusche, oppure sia colpa di chi copiò il ms., su cui si è fatta l’edizione viennese. [ Sulle monete etrusche, fra gli altri, fa un lungo trattato monsignor Guarnacci Origini ital. Tom. iI. lib. 6. cap. 1. e segg., sebbene con degli equivoci. Qui appresso in fine del capo noi ne daremo una di Adria città etrusca, presa dal più volte lodato Museo Borgiano in Velletri, per quanto sappiamo non ancor pubblicata, e che debbe essere di una grande antichità, come osserva Guarnacci l. c. cap. 1. pag. 81., il quale ne dà una simile nella Tav. VII. num. 6., eccettuata la corona di lauro, e le lettere all’opposto. Il disegno è quasi una metà più piccolo dell’originale.