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182 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o

§. 12. La Diana del museo d’Ercolano, rammemorata già nel Libro I.1, sta in atteggiamento d’andare, come lo sono per lo più le figure di questa divinità. Gli angoli della bocca sono un po’ rivoltati all’insù, e piccolo n’è il mento. Vedesi però assai chiaramente esser quelle sembianze un’idea imperfetta della bellezza, anziché ricavate dal naturale: pure bellissimi ne sono i piedi, né i più ben fatti si veggono nelle belle figure greche. I capelli vengonle sulla fronte in piccoli ricci, e lateralmente le scendono in lunghe trecce fu gli omeri: di dietro fono legati a molta distanza dalla testa, e cinti da un diadema, su cui stanno otto rose rilevate d’un color rosseggiante. L’abito è dipinto in bianco; la sottoveste ha larghe maniche formate a pieghe increspate e irregolari, come nella precedente statua; e la vede o piuttosto il breve manto, messo a pieghe parallele e compresse, viene nell’orlo esteriore circondato da una stretta fascia di color d’oro, sopra alla quale sta immediatamente altra fascia più larga di color rossigno, sparsa di fiori bianchi per indicare il ricamo: nella stessa guisa è dipinto l’orlo della sottoveste. Rossa è la coreggia della faretra, che dalla spalla destrra vien a passare sulla mammella sinistra, e di tal colore son pur le stringhe de’ calzari. Stava questa statua in un piccol tempio d’una villa che apparteneva alla sepolta città di Pompeja.

[Bassi-rilievi.]

§. 13. Fra i bassi-rilievi quattro soli ne sceglierò per darne qui la descrizione fecondo l’ordine della diversa loro vetustà. Il più antico non solo de’ lavori etruschi, ma eziandio di tutti i bassi-rilievi esistenti in Roma, è nella villa Albani; e ne ho data la figura e la spiegazione ne’ miei Monumenti antichi2. Rappresentasi in quello lavoro di cinque figure la dea Leucotea, che prima della sua apoteosi chiamavasi Ino, ed era una delle tre figlie di Cadmo re di Tebe: le altre due so-


relle


  1. Capo iI. §. 18. pag. 31.
  2. P. I. c. 22. §. 3. num. 56. p. 70. e 71.