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e ’l secondo1 sasso tebano. Di quello non restaci nessuna figura, e solo abbiamo alcune colonne, che pur sono rarissime. In Roma due ve n’ha assai grandi nella chiesa detta alle tre fontane presso s. Paolo2; due ne sono nella chiesa di s. Lorenzo fuor di città, le quali però sono talmente incassate nel muro che poca parte sen vede3; e due altre più piccole ne portò seco al principio di questo secolo il signor Fuentes Ambasciadore di Portogallo presso la santa Sede. V’erano altre volte nel palazzo Verospi due vasi di lavoro moderno e mal conformati, fatti cogli avanzi di simili colonne infrante.

[...sua origine...] §. 11. Può nascer dubbio, se questa pietra sia originaria d’Egitto, dachè niun viaggiatore, ch’io sappia, parla di cave di porfido che colà si ritrovino. Tal dubbio mi obbliga ad entrare in qualche disamina fu questo punto, e spero che le cognizioni da me acquistate riguardo al granito serviranno a spargere de’ lumi anche sul porfido.

§. 12. Si fa che in molti paesi d’Europa trovansi grandi montagne di granito, cosicchè di tal pietra fabbricate sono molte case in Francia; e in Ispagna sulla pubblica via da Alicante fino presso a Madrid sempre sul granito si cammina4. Or poiché sotto la lava del Vesuvio trovansi de’ pezzi di


gra-

    la città di Syene, che sta tra i confini dell’Egitto, e dell’Etiopia, come scrive Strabone lib. 17. p. 1174. Aggiugne Plinio sect. 14. che se ne facevano gli obelischi. Dunque il pyropœcilon è il granito, non il porfido, di cui riconosce una sola qualità, cioè il rosso; e da quelle minute macchie, o punti bianchi, che il porfido ha frammisti al color rosso, lo chiama leptopsephos.

  1. lib. 36. cap. 8. sect. 13.
  2. Trasportate ultimamente al Museo Pio-Clementino.
  3. Queste due non sono di porfido, ma di un granito nericcio finissimo; e si vedono scoperte più della metà.
  4. Nel Ms. della traduzione francese di quest’Opera incominciata dal signor de Toussains v’è la seguente nota dell’Autore, che non si trova in alcuna edizione. Nessuno, che io sappia, dic’egli, ha prima di me fatta menzione del porfido, sì rosso che verde di bellissimo colore, esistente nel Tirolo. Amendue le specie sono a massi staccati e per lo più di forma lenticolare. I torrenti li rotolano nelle valli, e ne sono in buona parte cinte le vigne, cominciando dal Veronese fino oltre Brixen. Il verde comincia a vedersi verso la fine della strada fra il monte e ’l fiume, le cui sponde ne offrono de’ grossi massi cadutivi dall’alto. La maggior parte son sì grandi che potrebbero formarsene delle tavole. Fra Colman e Deustsch v’ha delle montagne intere di porfido rosso, e in un passo stretto tra ’l monte e ’l fiume sovente l’asse delle ruote