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48 O r i g i n e   d e l l e   A r t i

ancora, ma sono ben avvenuti de’ grandi cangiamenti e nel suolo e negli abitanti di quel paese1. Sono gli Egizj d’oggidì una nazione nuova, la quale ha colà apportato il linguaggio natio, ed ha una religione, un governo, e de’ costumi interamente opposti alle antiche usanze; le quali cose bastano a rendere ragione, perchè più non sia, qual’era una volta, la corporatura degli Egizj. L’immensa popolazione dell’antico Egitto rendea que’ popoli laboriosi e temperanti: la principale occupazion loro era l’agricoltura 2, occupazione faticosa: i loro cibi più in frutta che in carni consistevano 3; e quindi sì tondi e grassi non potean essere i corpi loro4. Ma i moderni Egizj marciscono nell’ozio, e solo contenti di vivere son nimici d’ogni lavoro, e quindi sì corpacciuti divengono.

[...de’Greci ...]

§. 7. Può quella medefima osservazione applicarli ai Greci moderni, imperocché oltre l’essersi il loro sangue per mol-


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  1. Succedendo delle mutazioni nel suolo, e nei costumi di una nazione, deve in conseguenza venirne anche qualche mutazione nel clima. Nei primi tempi era l’Egitto un paese quali inabitabile per le inondazioni del Nilo, e per esscre troppo arido in alcune parti. Ma introdottavisi per mezzo di Principi attivi l’agricoltura, e ristretto il Nilo in molti canali, divenne l’Egitto uno de’ più belli paesi del mondo, e de’ più fertili. Ora all’opposto per la trascuraggine degli abitanti riempiti quei canali, e negligentata non poco l’agricoltura, deve esservi succeduta anche nel clima della grande alterazione. Vegg. Goguet Della Origine delle leggi ec. Tom. iI. par. iI. lib. iI. c. I. art. I., e l’Histoire univers. l. XX. cap. iiI. sect. I. Tom. XX. pag. 116. segg. Sappiamo ancora che naturalmente succedono delle mutazioni in tutti i climi, come riguardo a quelli della nostra Europa, e della Francia sigolarmente, si osserva nella Raccolta di opusc. interessanti tradotti da varie lingue, vol. VI .pag.3.
  2. Lucian. Icaromenip. §. 16. num. 35. op. Tom. iI. pag. 771. [ Per quanto ci dice Filone nel trattato De Agricula. pag. 196. D. la gente di qualche distinzione, e per poco ricca, non vi attendeva troppo: Ægyptiorum gens innatam, & insignem habet jactantiam, ut vel modica felicitatis aura aspirante irrideat fastidiatque plebejorum hominum in victu parando studium, & diligenciam. La gente plebea, che vi attendea veramente, non era soggetto per le statue.
  3. Cominciavano gli Egiziani dall’allevare frugalmente i loro figli. Secondo che racconta Diodoro lib. 1. §. 80. pag. 91. li nutrivano di alimenti i più comuni, come di gambi di papiro, e radici di altre piante, arrostite sotto la cenere, o preparate in altra maniera, e anche crude; e per il caldo del clima li mandavano mezzo nudi, e senza scarpe fino alla pubertà. Costando cosi pochissimo ai genitori il loro mantenimento, non dovea rincrescere l’averne in quantità; come di fatti ne aveano, atteso anche il loro temperamento, e la fecondità delle donne; e quindi si ripete principalmente l’immensa popolazione dell’Egitto ne’ tempi antichi. Hist. univers. lib. I. chap. III. Tom. I. pag. 387., Goguet l. c. Tom. I. lib. I. art. IV. Ciò probabilmente intendeva anche il nostro autore sopra al capo I. §. 8. pag. 5. prima della nota E.
  4. Dapper al luogo citato, e pag. 97., racconta, che anzi gli Egiziani mangiano poca carne, e piuttosto cibi leggieri, legumi, e frutti in quantità, e altri cibi freddi, che caricano lo stomaco, empiono di flemme, e sono causa in quel clima di molti incomodi.