Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/153


d e l   D i s e g n o. 47

come se non avesse mai messo piede fuori della Fiandra sua patria. Potrei addurre a questo proposito molti altri esempi.

[Figura degli Egizj ...]

§. 6. Se ciò fosse vero, dirà taluno, gli Egizj aver dovrebbono ancora oggidì la forma del corpo, e la fisonomia che vedesi nelle loro antiche statue; ma ne sono ben lontani, essendo essi per la maggior parte corpacciuti e grassi, quali ci vengono descritti da Dapper1 gli abitanti dei Cairo2. Da questo però non si deve argomentare, che alle figure egiziane non dessero gli artisti un carattere nazionale. Sebbene anche qualche antico scrittore3 ci parli degli Egizj come d’uomini ben panciuti, pur dai monumenti deggiam inferire che tali veramente non fossero. È vero, che il clima è lo stesso


anco-
  1. Descript. de l’Afriq. pag.94.
  2. Da questi, che stanno in un sito basso dell’Egitto, non si deve argomentare a tutti gli altri Egiziani, e a quelli singolarmente dell’alto Egitto. Dapper dice che il temperamento generale di quella nazione è caldo, e secco.
  3. Achil. Tat. De Clitophontis, & Leucippes amorib. lib. iiI. pag. 81;. [ Discorre questo scrittore di alcuni pastori, che col pretesto di guardare le foci, e il passaggio del Nilo assaltavano, e derubavano i forestieri; e di essi parla anche Strabone lib. 17. pag. 1154. C. Probabilmente non erano Egiziani, o se lo erano non farebbe maraviglia, che fossero grassi, e pieni d’umori, dimorando in que’ luoghi paludosi, e di aria malsana. Riguardo ai veri Egizi possiamo riflettere a ciò che dice Ippocrate De Aere, ag., & loc. sect. 2. ¶. 43. e segg. Ivi questo gran medico mette a confronto diverse nazioni, che abitavano in diversi climi, e tra le altre gli Sciti, e gli Egizj. Di questi dice che stavano sotto un clima caldissimo; di quelli, che vivevano sotto un ciclo freddo, e umido: il che, unito allo star rinchiusi per lo più nell’inverno, faceva che fossero carnosi, grassi, e pieni di umori: soggiugnendo che a questo difetto contribuiva molto il non cingersi di fasce, come facevano gli Egiziani. Da ciò ricaviamo, che gli Egizoani non fossero così gassi, e corpulenti; e che se alcuno temeva di diventarvi, credendolo, come è, un incomodo, cercasse d’impedirlo collo stringersi con fasce. Ma per il nostro proposito è da farsi un’altra riflessione. Secondo che dice Winkelmann appresso nel libro I. cap. I §. 10. gli statuarj egiziani non uscivano per lo più dalle immagini delle loro divinità, dei re, e dei sacerdoti, o per meglio dire dei soli re, perchè re d’Egitto erano stati i loro dei, e molti anche sacerdoti. Ora è ben probabile, che quei sovrani non potessero essere molto corpacciuti. Essi non solo menavano una vita esercitata sempre, e metodicamente occupata, come narra Diodoro lib. 1. §. 70. pag. 81.; ma il loro mangiare, e bere per una legge antichissima era cosi moderato nella qualità, e quantità, che non potevano eccedere un punto oltre quello che folle necessario alla loro salute, come siegue a raccontare Diodoro pag. 82.: Simplici præterea nutrimento uti, & vitulorum, anserumque carnibus vesci, & certam bibere vini memsuram, qui nec ad repletionem immodicam, nec ad ebrietatem faceret, in more habebant. Breviter: tam moderata victus ratio præscripta fuit, ut non legislator, sed medicorum optimus, ad sanam valetudinem omnia referens, eam instituisse videatur. Dei semplici sacerdoti scrive Erodoto lib. 2. cap. 37. pag. 121., che a ciascuno toccava ogni giorno una gran quantità di carni di vitello, e di uccelli avanzati dai sagrifizj; ma io voglio ben credere, che ne avranno usato parcamente, argomentandolo da ciò, che scrive di essi Clemente Alessandrino, Strom. lib. 7. cap. 6. pag. 830. lin. 18., cioè, che essi non mangiassero altre carni, che quelle degli uccelli, come le più leggiere; e che non mangiassero di alcuna forma di pesce, principalmente perchè era un cibo rilassante. Porfirio poi De Abstinentia, lib. IV. pag. 360. e segg., ove minutamente descrive il loro tenor di vita, ce li fa vedere per la gente più laboriosa, frugale, e temprante, che dar si possa, a guisa presso a poco degli antichi anacoreti.