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teristici e proprj seppe un sesso dall’altro distinguere. Quest'artefice vivea avanti Romolo, e non molto dopo il ristabilimento de’ giuochi olimpici per opera d’Ifito. Diedersi quindi alla parte superiore della figura convenevoli sembianze, mentre l’inferiore avea tuttora la forma di un Erme1, se non che la divisione delle gambe era per un taglio longitudinale indicata, come vedesi in una figura muliebre ignuda nella villa Albani (Tav. I.) Né io qui parlo di tal figura come d’opera de’ primi tempi della scultura, poiché molto più tardi è stata formata; ma bensì per dimostrare, che tali antiche figure erano note anche ai più recenti artefici, i quali vollero imitarle. Ignoriamo se gli Ermi di sesso femminile fatti porre da Sesostri in que’ paesi che senza resistere eransi lasciati soggiogare, simili fossero alla summentovata statua, ovvero se a disegnare quel sesso sia stato scolpito un triangolo, emblema con cui gli Egizj soleano indicarlo2.

§. 13. Finalmente cominciò Dedalo, secondo la più generale opinione3, a separare l’una dall’altra le due gambe,

Tom I B e a
  1. Il citato scrittore ch. iiI. pag. 32. opina che dopo qualche tempo gli Ermi pigliassero la figura presso a poco delle mummie egizie; e osserva che tale è la forma di tante statuette di legno, e di creta, che si sono trovate nei sepolcri di quella nazione, e quindi trasportate in Europa. A lui si accorda Paw Recherch. philos. T. I. sec. part. sect. IV. p. 260.; e Newton Chronol. des Anc. Royaum. pag. 171. crede che così fossero i simulacri delle divinità, che a’ tempi di Eaco furono portati nella Grecia. Ammessa questa sentenza s’intende quel che dice Pausania citato poc’anzi, cioè, che gli Arcadi amassero la figura quadrata, e fossero i primi a darla agli Ermi, e da loro imparassero gli altri popoli della Grecia a far lo stesso.
  2. Euseb. De Præp. Evang. l. 2. c. 8. p. 79. B. [Clemente Alessandrino Cohortat. ad Gent. nu. 2. pag. 13. l. 20. riportato da Eusebio non fa parola alcuna di questo triangolo. Che esso fosse figura misteriosa presso gli Egizj, lo attesta Plutarco De Isid. et Osir. op. Tom. iI. pag. 373. E., e l'osserva anche il sig conte di Caylus Recueil d’Antiquit. Tom. iI. Antiquit. Ægypt. pag. 11. Quanto agli Ermi, come dice Winkelmann, o piuttosto semplici pietre di qualche regolarità, o quadrate all’uso dei termini, fatti porre da Sesostri nei paesi delle nazioni da lui conquistate nella sua celebre spedizione in Asia, ci narra Diodoro l. 1. §. 55. p. 65. l. 50., che per indicare le nazioni bellicose, e forti da lui superate, oltre un’iscrizione col suo nome, vi facesse scolpire le parti genitali dell’uomo; e le muliebri in quelli per le nazioni timide, e vili: In cippis illis pudendum viri, apud gentes quidem strenuas, et pugnaces, apud ignavas autem, et timidas fœminæ expressit. Ex præcipuo hominis membro animorum in singulis affectionem posteris evidentissimam fore ratus. Erodoto l. 2. c. 102. p. 150. l. 5. ci attesta lo stesso riguardo a questi secondi, de’ quali forse parla solamente, perché ne avea veduti alcuni, che a’ suoi tempi duravano ancora nella Siria, come scrive l. c. cap. 106. p. 151. l. 55. Ed era più confacente allo scopo di Sesostri lo scolpire per un tal simbolo le parti come sono naturalmente, anziché coprirle sotto un altro simbolo egiziano, che poco o nulla sarebbe stato inteso tra qualche tempo.
  3. Io credo che Palefato de Incredib. hist.