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78 VITA DI PIO VII

parlava dei bisogni, manifestava le speranze di accordo, i nuovi progetti svelava, domandava consiglio: stabilivasi dopo maturo esame la partenza di Consalvi rivestito di amplissime facoltà, accompagnato dal suffragio dei suoi colleghi, dalla confidenza del santo padre1. Nella breve di lui assenza era il cardinale Giuseppe Doria chiamato a sostenerne le veci.

  1. L'istesso giorno, in cui partiva da Roma per portarsi a Parigi il cardinale Consalvi, movea alla volta di Firenze il ministro francese Cacault. Non deve per noi tacersi, che ottenuta appena dal cardinale la facoltà di recarsi a Parigi, prima di porsi in viaggio scrisse al cav. Acton ministro di sua maestà Siciliana « Il bene della religione vuole una vittima. Io parto per recarmi presso il primo console. Mi avvio al martirio: la volontà di Dio sia fatta!...» La notizia di questo biglietto, che per l’epoca in cui fu scritto potrebbe esser notato di poca prudenza, pervenne al ministro di Francia, il quale ne fece soggetto di lungo rapporto al console, non meno per giustificarsi, che per dare al primo magistrato della repubblica una idea delle qualità personali del cardinal segretario di Stato, che recavasi appò lui interprete dei desideri di Pio VII e suo primo ministro ». Ve ne scongiuro, scriveagli l'ambasciatore, che in quell'epoca risiedeva in Firenze presso il cognato di Napoleone Gioacchino Murat « nelle trattative attenetevi ad un cominciamento di freddezza: quando si deve trattare con gl'Italiani, bisogna consolare, bisogna sostenere la loro sensibilità, impedire cioè che cadano sotto il peso delle impressioni, che la loro fibra delicata facilmente riceve. Non umiliate il cardinale: abbiate in considerazione il partito che un personaggio così destro, come è Consalvi, a malgrado delle sue prime paure, dalle quali l'animo suo sarà già rinvenuto, saprebbe trarre dal suo proprio fallo: non obbligatelo a battere il cammino delle astuzia: accogliete le sue virtù con le vostre: voi siete grandi ambedue, ciascuno di voi alla sua maniera, e solamente sotto diverse proporzioni: voi dovete conoscere e non conoscere insieme il tenore della lettera di Acton, ed allora compirete voi stesso la pia impresa ». E qui faceasi Cacault a dire al console quali potevano esser le ragioni per le quali avea Consalvi scritto in quel modo al ministro Acton: l'esser egli stato presidente delle armi quando fu ucciso Duphot: Paver fatto visita al generale Provera venuto per comandi del papa a sostituire il general Colli erano per Consalvi motivi sufficienti a fargli temere un abboccamento col console. L'avviso produsse il suo effetto Napoleone non rimproverò al cardinale la lettera diretta al cavaliere Acton: censurò la sciocca politica di quel ministro napolitano dicendo, che volea trattenere impetuosi torrenti con ragnatele, e con ciarle. Senza essere irritato col cardinale; mostrò d’avere a grado che si avesse paura di lui: gli domandò quindi scerzando se era vero, che in Italia lo avevano dipinto come un mostro; che mangia i preti: si sà, che Bonaparte cominciò a trattarlo con amicizia, quindi con confidenza: Comunicavagli i suoi progetti sul concordato. Erano arditi, si modificarono. Sia a lode di quel gran diplomatico di Roma, Napoleone ha dovuto confessare più volte, che finì col cadere egli stesso, sotto l’incanto dei graziosi modi del cardinale.