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72 VITA DI PIO VII


IV. In mezzo alle riforme tentate onde restituire per quanto fosse possibile le cose romane all'antica loro forma e alle vecchie consuetudini, gli occhi dei politici si volgevano alla Francia. Sapevasi che la rivoluzione del dieciotto brumale avea fatto cangiare di aspetto a quelle contrade, aumentando la potenza del console. Già il ritorno dei francesi in Italia, preveduto da Consalvi, era incentivo ai timori e alle speranze dei popoli italici1: già la sanguinosa battaglia di Marengo, che avea meravigliosamente confermata la di lui opinione, assoggettavala di nuovo al volere del vincitore: già varie pratiche e parole cortesi da Bonaparte scambiate col vescovo di Vercelli cardinale de Martiniana, facevano prevedere, che aveasi questi in animo di vivere in armonia col romano pontefice e trattar seco lui del ristabilimento della religione in Francia: credibile e santa impresa, dacchè la rivoluzione incominciata da Mirabeau era stata vigorosamente schiacciata, rovesciata la costituzione repubblicana, inaugurati tempi più ordinati e migliori. Se la pace coi re era per lui mezzo di prudenza, grandissimo era la pace col gerarca supremo della chiesa. Bonaparte ne concepì forti speranze sino d'allora che intese esaltato sulla sedia apostolica il cardinal Chiaramonti, perchè il sapea di pietà sincera, di prudenza evangelica riccamente fornito. Trattavasi d'immenso beneficio: quello di restituire alla chiesa e al culto di Dio un floridissimo regno, ove pazzamente era stata sino a quell'ora schernita, insultata la religione dei padri nostri. A questa dolce speranza aprivasi il cuore paterno di Pio VII quando il cardinale de Martiniana scrisse al primo console che volentieri accettava l’incarico datogli di far palesi al papa le sue rette intenzioni sugli affari della santa sede. Dal

  1. Questa previdenza rese il Consalvi agli occhi di Pio VII più grande che mai, dappoichè avea tanto bene indovinate le cose. Perchè queste trattative fossero condotte in Roma da un membro effettivo del sacro collegio, ricevè egli il cappello cardinalizio il giorno dieci agosto.