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LIBRO I 53

nobile monistero di s. Giorgio di Praga. Ai deputati dell'imperiale governo austriaco, aventi alla testa il colonnello conte di Strasoldo univansi i membri costituenti la giunta suprema del governo romano: principe Gabrielli, marchese Massimi, avvocato Cristaldi. Non mancarono le città dello stato di spedire i loro deputati a Venezia. S'inchinavano al bacio del sacro piede il principe di Condè, l’infelice Enrico di Borbone d'Enghien: con grande apparato presentava le sue lettere credenziali l'ambasciatore d'Austria marchese Ghislieri cui era imposto di risiedere al fianco del gerarca di s. chiesa, ed altri non meno rispettabili personaggi. Primo atto di sovrano potere esercitava Pio in Venezia inviando legati a latere i cardinali Albani, Roverella e della Somaglia, cui dovevansi rimettere dal re di Napoli le redini del governo di Roma. Intanto per il protratto soggiorno del santo padre in Venezia cominciavasi ad accreditar la voce, che l'imperatore austriaco volesse impegnarlo a fermarsi in quella città, o forse ancora a trasferirsi in Vienna. Il sapere Bonaparte eletto primo console della repubblica francese, pronto a tentare di nuovo la sorte delle armi, e già per la via delle alpi segnata un tempo dal capitano cartaginese, calato in Italia, avvalorava i sospetti. Assistevano i veneziani alle solenni funzioni della settimana santa e della pasqua celebrate nella basilica patriarcale di s. Marco, lo seguivano nelle varie chiese da lui visitate, vedevano con interesse la consacrazione del cardinal Francesco Hertzan de Harras dal papa eseguita in s. Giorgio maggiore, ove recitò un omelia1. In queste ricorrenze spiegavasi nelle venete chiese l’ apparato istesso e la pompa, che rende sublimi le funzioni della chiesa romana2. Queste cose che l'animo

  1. Homelia habita in consacratione Francisci S. R. E. cardinalis Hertian de Hartas episcopi Sabariensis in Ungaria diei XXHI maii MDCCC dominica V post pascha Venetiis in templo s. Georgii majoris. Essa comincia. Episcopalis consecrationis sacramentum etc. (Romae apud Lazzarinum typograpb. K. C. A.)
  2. Molte furono le chiese e diverse le ceremonie ecclesiastiche dal romano pontefice eseguite in Venezia. Frà i monisteri da lui visitati ricordiamo quello di san Lazzaro, che ne volle tramandata ai posteri la memoria con un epigrafe dettata dal Kinver abate dei monaci armeni mechitaristi. Trasferivasi col suo seguito nella chiesa dei santi Apostoli il giorno, in cui celebravasi la festa titolare. In tutte queste funzioni come in quelle della settimana santa, e della pasqua prestava a lui assistenza il tenente maresciallo barone di Manfrault. In segno del suo gradimento sovrano il santo padre gli donò un anello di zaffiro contornato di brillanti, pregandolo di rimetterne un altro di un balascio al maggiore della piazza. Il dono a questi inviato era accompagnato da un biglietto in cui il s. padre significavagli, che nella impossibilità nella quale lo ponevano le sue circostanze nel dover fare una dimostrazione suppliva per esso il vescovo d'Imola, essendo appunto l'anello ch’egli usò mentre tenne il governo di quella chiesa.