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per altro erano svanite le ragioni a temere: il parlamento napolitano faceva annunziare al papa dal duca di Campochiaro, che al primo irrompere dell’oste austriaca nei dominî della chiesa l’esercito napolitano entrerebbe dalla parte di Terracina. Il momento era supremo, pericoloso l'affrontarsi delle armi. Rispondeva Consalvi, starsi il pontefice sicuro nella sua rigorosa neutralità, nella protezione delle grandi potenze: mancar di mezzi atti a vietare l'ingresso a qualsiasi esercito belligerante: rimanergli solo il dovere di attenuare per quanto era possibile alle sue forze, le dolorose conseguenze d'una guerra combattuta nei propri stati. Intanto le armi tedesche movevano dalla linea del pò e a grandi giornate procedeano verso il regno. La prudenza persuase Consalvi a preparare un appartamento per il papa in Civitavecchia, d'onde avrebbe preso il mare, se il volevano gli eventi. A proteggere il santo padre, per varî giorni si videro bordeggiare su quelle acque due vascelli francesi. Temeasi l'opera segreta delle sette e l'improvviso irrompere delle armi napolitane. La notte del tredici febbraro, ingannato da false voci il governatore di Albano, disse alle autorità marciare i soldati di Napoli su Roma, tenendo la via di Terracina. Atterrito Consalvi, ordinò che sull’istante la città, guardata da soli mille soldati, si ponesse sulle difese. Quattrocento uomini della guardia civica furono chiamati a sostegno delle milizie ordinate. Tumultuariamente si mandò in cerca di munizioni e di commestibili, portati in fretta a castel sant’Angelo: si munì di artiglierie e di soldati la porta di san Giovanni, si spedirono esploratori. Visto che tutto era tranquillo, il dì seguente si sciolsero gli armamenti. Per altro i timori concepiti dal governo non erano senza fondamento. Turbe di napolitani, ingrossate da fuorusciti di vari paesi, muovendo dagli Abruzzi, allargavansi sino al Tronto, scorrevano il paese, che giace sulle spiagge dell’Adriatico, spargendo proclami a nome di una unione patriottica, chiedenti costituzione modellata su quella di Spagna. A conseguirla con la forza delle armi, designavansi quattro campi in Pesaro, Macerata, Spoleto e Fro-