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LIBRO IX 201

zioni cristiane da un lato, pagane dall'altro. In grazia dell'immortale pontefice il dotto forestiero che visita Roma, solo che volga gli occhi a destra e a sinistra, troverà in una moltitudine di frammenti, di lapidi, ora in rozze cifre, ora in eleganti caratteri, documenti che mirabilmente esprimono le pompose, ma cadenti memorie del dominio pagano, i monumenti vigorosi e crescenti delle prime età cristiane1. Mi duole di non poter dichiarare altrettanto delle pitture destinate a ricordare i grandi eventi dei nostri tempi, eseguite per ordine di Pio, nella biblioteca, accresciuta di autografi e di opere pregevoli dalla sua munificenza e sulle lunette dei vasti corridoi del museo. Esse non s'innalzano all'altezza dell'argomento e sono indegne delle arti nostre. Crescerà la meraviglia se si considera come, ad onta di tante spese sostenute dal governo, non si crearono debiti e a seicento sessantamila scudi ammontarono i sopravanzi.

VIII E mentre tutta Roma pareva tranquilla e sparivano le tracce delle sofferte sciagure, a tumulto alzavasi Napoli. Un Morelli sotto tenente dei reali eserciti, uscito dai quartieri di Nola con poca mano di soldati presa la via di Mercogliano, piccolo paesello che sorge alle falde di Montevergine, guardava Avellino città del principato ulteriore. Poca favilla in terra vulcanica bastò a destare un incendio. La capitanata, il principato citeriore, la basilicata seguivano il movimento, che per bandi e per ordi-

  1. Potrebbe dirsi, che quelle lapidi, quei frammenti irregolari su i quali veggonsi ora nobilissime iscrizioni, ora epigrafi in rozzo latino con graffiti e figure rappresentano la lotta dell'età passate. Qua veggonsi memorie di uomini e di famiglie cospicue in Roma repubblicana ed imperiale: là lapidi destinate a ricordare le guerre, le vittorie, le gesta, i titoli degl'imperatori, gli annunzi delle feste, le proprietà sacre e domestiche, i monumenti sepolcrali. Qui un rozzo marmo è consacrato ad una sposa perduta, là ad un tenero figlio, ad un padre amorevole. Non si può scorrere quel vasto ambulacro senza sentirsi rapito dai ricordi di un glorioso passato, ed innamorato delle generose cure di chi ha quivi raccolto un tanto tesoro di memorie e di affetti.