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LIBRO VIII 191

sventurate è per me doloroso: può immaginario il lettore. Vennero in Roma i giovanetti, sottratti per oro alla mano di quei ladroni: lo spavento durò in essi per lunghi mesi: i romani si commossero: Pio li protesse e vide la necessità di provvedere energicamente ad un danno supremo, che tornava a disdoro del paese, gli stranieri tenea lontani da Roma e affligea le provincie. Mentre tutto andavasi disponendo per chiamar Napoli agli accordi e uniti purgare quelle contrade, ad affrettare le convenzioni fra i due stati sopraggiunsero nuove paure. Stava lontano da Roma nella sua villa alla Ruffinella il principe Luciano Bonaparte. Adunghiato dai masnadieri il cappellano della casa, che andava sul declinar del giorno a diporto, fu obbligato a servir di scorta alla schiera di questi banditi, che speravano ricchissima taglia dall'arresto del principe. Volle fortuna, che fosse questi lontano, per cui la loro odiata presenza recò danni, ma riparabili. Non pietà di famiglie innocenti, non timore di provocata vendetta, non santità di luoghi consacrati al culto di Dio fu barriera alle escursioni dei banditi. Vivevano sul Tusculo vita eremitica e interamente separata dal mondo i camaldolesi. Una bumerosa banda di questi assassini nel cuor della notte invase quel recinto, penetrò nelle celle dei cenobiti, li strappò a viva forza da quelle, e guardati a vista, come venivano nelle loro mani, erano trascinati nella piccola piazza, che si apre innanzi alla chiesa. Uniti insieme quei buoni eremiti, posto a ruba il monistero, senza riguardo alla età, agl'incomodi che sopportavano, dato l'ordine della partenza, si prese la via del Tusculo e con immensi disagi dopo un viaggio di due giorni non inseguiti, non soccorsi, furono trascinati nei loro covili: solo tre cenobiti ahbattuti dallo strazio e lasciati sulla via perchè impedimento alla fuga, narrarono il tristo fatto. Col mezzo d'uno di essi, con minaccie letali osavano proporre il riscatto al governo atterrito da tanta audacia. In Roma si agitavano gli animi in dubbia sentenza: prevalse il rigore e fu deciso combatterli. Forti distaccamenti partiti dalla capitale e dalla provincia corsero sulle traccie degl'assassini, animosi li riag-