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174 VITA DI PIO VII

parigine, non ottenea la rattifica. Il papa in un momento d’impazienza disse al conte di Portalis « gli affari di Francia, sono stati i più penosi del nostro pontificato » e ispirato dalla bontà del suo carattere avea fatto diriggere ai ministri di Luigi XVIII una nota, in cui diceasi che il santo padre, vicino a presentarsi al giudice supremo, non verrebbe trattenuto da ulteriori riguardi, se le proposizioni che dovevano farglisi tali non fossero da esser con favore accettate. Altre cose e più serie portavano le proteste del cardinale, che infaticabile, assiduo, dopo aver tentate tutte le vie, discusse quante erano le questioni, manifestato il fermo volere del papa ne scrisse al duca di Richelieu, che trovavasi in Aquisgrana, e avvisò a tutti i modi di render benevoli verso la santa sede i rappresentanti delle potenze straniere. Le risposte del ministro del re confortarono il cardinale e temprarono in parte le amarezze del magnanimo Pio. Diceagli quel principe che ragioni indipendenti dalla volontà del sovrano opponevansi al compimento dei voti comuni: che le difficoltà si sarebbero appianate, superati gli ostacoli: che il pontefice poteva esser tranquillo sulle istruzioni date ai conti Blacas, e Portalis: che ulteriori indugî avrebbero portato immensi danni alla religione, grandi disastri allo stato: lo assicurava in fine che nessuna delle quattro grandi potenze era nemica alla santa sede. In Roma speravasi nella pietà del re, nella moderazione dei suoi ministri, nel sentimento unanime del popolo, emineniemente cattolico: temporeggiavasi a Parigi per aspettare il ritorno del duca di Richelieu. Si permise ai vescovi francesi di diriggersi al papa e il fecero animati da uno spirito religioso insieme e monarchico e abbandonandosi al giudizio del pontefice, lo invocarono arbitro e mediatore fra essi e il re. Il marchese Dessoles, chiamato a succedere a Richelieu, scrivea all’ambasciatore esser la Francia verso Roma se non in uno stato di resistenza, almeno di non perfetta sommissione. Accolto favorevolmente dalla massima parte dell'episcopato francese il breve di Pio e approvato dal re, ebbero termine le differenze. I plenipoténziari vennero ringraziati dello zelo e della in-