stato ad essi involato. Sotto il peso di una opinione così vivamente manifestata finalmente si rassegnava la Francia al grave sacrificio. Non dimenticò per altro Canova gli ordini ricevuti e lasciò ai musei nazionali pregevolissime opere, spontaneo dono del papa: primeggiavano fra queste il Tebro statua colossale, la Melpomene, la Pallade. Tanto però spiacque ai parigini la perdita, da rendere impossibile il trovare i mezzi di trasporto per inviare a Roma le casse contenenti gli oggettì d'arte ricuperati. Il reggente d'Inghilterra, che affidò al Fidia dei tempi una lettera per Pio VI e colmò l'artista romano di splendidi doni, assunse l'impegno di trasportare a Roma a spese dello stato le opere ricuperate per dare al pontefice una nuova prova di riverenza e di affetto. Il re di Francia, che non avea potuto conservare tante ricchezze artistiche a Parigi, commosso dalla munificenza del papa, per mezzo di un suo ministro ringraziava Canova1. Consalvi confermando a nome del papa quei doni, diceagli: « Il vostro arbitrio ha indovinata la volontà del pontefice. » Roma però fu sottoposta a gravissime perdite e irreparabili. Conservò Parigi pregevoli quadri, belle sculture, preziose medaglie della collezione vaticana e diverse pergamene spettanti ad alcuni antichi monisteri. La università di Heidelberg domandò per mezzo dei suoi deputati i codici palatini da Massimiliano di Baviera donati a Gregorio XV. Il re di Prussia sostenne questa domanda e la santa sede per mostrar de-
- ↑ Il signore di Pradel diriggeva la seguente lettera a Canova « Signore. Il segretario generale del museo mi significa, che nel numero degli oggetti d'arte, che voi siete incaricato di ritirare dal detto museo, siccome proprietà della santa sede e della città di Roma, ve ne sono molti, di cui siete disposto a farci un dono e questa cortesia riesce sommamente gradita a sua maestà. Ogni atto di moderazione, che ha per risultamento il rendere meno gravoso lo spogliamento del reale Museo, non può tornare indifferente al re, ed io mi affretto a farvi conoscere i suoi sentimenti a questo riguardo. » Canova ebbe sempre carissimo questo dispaccio, e il dicea dal re istesso dettato.