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146 VITA DI PIO VII

tornano a sua gloria le ragioni per le quali meritò la porpora così parleranno sempre a suo danno i disgusti supremi, con i quali contristò i buoni, offese la dignità del pontefice e la maestà del sovrano. Discorro brevemente i suoi fatti. Deputato ecclesiastico agli stati generali dell’ottantanove, membro dell’assemblea nazionale, con un coraggio che sfidava il furore popolare, sostenne i diritti dell'altare e del trono. Chiamato in Roma da Pio VI fu inviato nunzio straordinario alla dieta elettorale di Francfort, indi promosso alla porpora. Sostenitore un tempo dei principi borbonici balestrati dalla rivoluzione , declamò contro la repubblica, censurò aspramente il concordato fra la santa sede e il primo console, ma quando vide dichiarato Napoleone imperatore dei francesi e tale riconosciuto dalle potenze, lasciò la episcopale sua sede e andò a Parigi a mendicare i favori del nuovo principe, che il vide sempre ligio non che ai suoi comandi, ai desideri senza scrupolo e senza ritegno. L'ambizione lo sedusse, lo compromise l'amicizia ond'era stretto ai filosofi, che prepararono e compirono la rivoluzione francese. Quando si pretese sopprimere alcune sedi vescovili negli stati del papa per riunirle alle diocesi conservate, ad onta dei pontifici divieti venuti da Savona, assunse il governo di quelle che erano vicine alla sua diocesi: quando Fesck in obbedienza ai canoni ricusò l'arcivescovato di Parigi andò Maury a governar quella chiesa e nominato vicario capitolare tenne l’archidiocesi: quando per imperiale comando i vescovi di Francia e d'Italia adunaronsi a Parigi in un concilio nazionale condannato dalle leggi canoniche, disapprovato dal supremo gerarca della chiesa, egli mostravasi ardente fautore delle imperiali pretensioni così che i vescovi non solo ma i cortigiani istessi l'ebbero a sdegno. Sel vide Pio VII irriverente d'innanzi quando venne in Fontainebleau per persuaderlo a mantenere gli articoli di un concordato, che costò al pontefice tante lacrime: giunse a tal grado la temerità e l'impudenza di Maury, che il mansuetissimo pontefice debole, infermo com'era, alzatosi dalla sua sedia e, presolo per un braccio, lo accompagnò