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LIBRO VIII 145

coste dell’Inghilterra, decideva il governo di allontanare dall’Europa nemico tanto formidabile e lo relegava a sant'Elena. Tanti e si strepitosi avvenimenti affrettarono la fine del congresso viennese, composero le vertenze europee, assicurarono a Pio l'intero possesso dei suoi dominî, il libero esercizio della sua apostolica autorità. Così ai tumulti di guerra seguiva la pace, ai nuovi succedeano gli antichi re.

VII. Gran parte di questi avvenimenti compivansi, mentre vegliava energicamente in Vienna Consalvi al vantaggio della chiesa e di Pio: il pontefice stavasi sicuro in Liguria: Roma era governata dalla giunta dî stato che corrispose alla fiducia sovrana, e s'ebbe dovute lodi dai sudditi. Era ai buoni oggetto di compiacenza il vedere come i romani, in mezzo a tante seduzioni e in nuovo governo, serbavano un contegno tranquillo. Un uomo solo osava alzar la voce, censurare il governo, mostrarsi apertamente contrario al papa, a Roma, alla giunta di stato, quando intese rotta la guerra in Italia, Napoleone risalito sul trono imperiale di Francia. Era questi Maury cardinale, dal borbone alontanato dalla Francia, da Pio VII privato del suo vescovado di Monte Fiascone, escluso dalle cappelle, dalle congregazioni alle quali apparteneva. Seppe la giunta, che questi disponevasi a rientrare in Francia: seppe che millantava di far pesare la sua collera sul governo e pensò impedirne la partenza, impadronirsi del porporato, che senza dubbio avrebbe a Parigi recato gravi danni alla chiesa e allo stato. Un dispaccio diretto da Roma a Genova ne portò al cardinal Pacca la domanda. Informato il papa, autorizzò la reclusione di Maury in castel sant’angelo: aggiunse solo che, ove fosse possibile il custodirlo ia altro luogo con egual sicurezza, si evitasse il cicaleggio che poteva attendersi da tanto rigore. Roma si mostrò indifferente a questa reclusione della quale si meravigliarono gli esteri così, che Consalvi ne fu dolente. Grandi veramente innanzi al pontefice e a Roma erano i torti del cardinale francese, che per lusingare Napoleone non dubitò di amareggiare in cento modi il magnanimo cuore di Pio. Come

Giucci. Vita di Pio VII