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144 VITA DI PIO VII

Napoleone al papa, doveva in Roma dichiarare a Pio VII, non aver l'imperatore alcuna pretenzione sul dominio temporale della chiesa; tutti venuti in Napoli, mentre la guerra rumoreggiava in Italia. Affranto dalle sventure, dolente dei tradimenti, delle diserzioni, delle viltà, dopo aver affidato il comando dell'esercito al general Carascosa, venne Gioacchino privatamente in Napoli. Riconosciuto, salutato re l'ultima volta dal popolo, entrò nella reggia, vide la consorte, dispose seco lei la partenza, quindi seguito da pochi si diresse a Pozzuoli: di là su piccola barca passò ad Ischia, d'onde su nave più grande ripreso il mare, andò in balìa della sorte, in cerca di un porto di Francia. Lacrimevoli avvenimenti contristarono la sua vita nomade e incerta, ma non giunsero a domarne il coraggio: Rigettato da Napoleone, a cui offriva il suo braccio, disprezzato dai sovrani, perseguitato da quelli istessi che aveva beneficati, ora nascosto in Tolone, ora bersaglio delle tempeste, trovò mal sicuro asilo in Corsica, d'onde usciva per la temeraria impresa, che dovea costargli la vita. In un angolo della Calabria vide il mondo come si confondono insieme gli estremi di felicità e di sventura. Carolina deposta la reggenza, assunto il nome di contessa di Lipona, e ricevuta a bordo di un vascello inglese ancorato nel porto di Napoli, intese a maggior dileggio le grida del popolo, che salutavano Leopoldo Borbone inviato dal padre a pregustare le delizie del regno, e sotto la protezione austriaca riunita ai figli, che stavano a riparo in Gaeta, parti per Trieste. Napoleone dopo i disastri di guerra, uscito da Parigi stavasi nell’isoletta di Aix vagheggiando il pensiero di riparare negli stati uniti di America. A salvarlo dagli attacchi inglesi il governo provvisorio di Francia implorò invano da Wellington un passaporto. Minacciava la flotta inglese, che stavasi innanzi a Rochefort: era il fuggirla impossibile, l’indugiare pericoloso. Come Temistocle a Serse, desideroso di assidersi ai focolari del popolo brittannico, domandava un asilo al più costante, al più generoso dei suoi nemici e davasi liberamente al capitano del Bellerofonte Maitland. Condotto sulle