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LIBRO VIII 139

alla santa sede, furono chiamati a Genova per essere utilmente consultati nei gravi affari della chiesa: Fontana e Lambruschini, ambo promossi all’onore della porpora, ambo benemeriti per saviezza di consiglio, per profondità di dottrina, per grandi cariche esercitate. Il papa che, anche nella cattività e nell’esilio non avea mai cessato dal vegliare al bene della religione e dei sudditi, si occupò alacremente dei suoi doveri apostolici: lungi dallo spaventarsi dall’essere il ducato di Genova tanto prossimo alle frontiere francesi, mostravasi indifferente ad una lettera con la quale il re Murat gli rimproverava la fuga da Roma e lo esortava al ritorno per non esporsi al pericolo di vedere occupati dalle armi napolitane i domini soggetti alla santa sede. La rapidità degli avvenimenti resero vane le minacce, inutile la risposta. I deputati di Savona vennero in Genova ad ossequiare il pontefice, di cui tanto da vicino conoscevano le virtù: lo supplicarono ad onorar nuovamente la città loro, lo pregarono in fine a voler lasciare a Savona ricordo perenne di sua augusta presenza, coronando l'immagine prodigiosa della Vergine sotto il titolo della misericordia venerata nella valle di san Bernardo quattro miglia distante dalla città. Rivide con compiacenza Pio VII i savonesi, dei quali ricordava le amorevoli prove di tenerezza date in tristissimi tempi, e se immediatamerte non accolse i loro voti fu solo perchè non aveva ancora esplorati i voleri del re.

V. Tremavano su i loro troni i principi italiani, che stavano ansiosamente spiando i fatti di Francia: i ministri delle otto principali potenze adunate in Vienna dichiaravano come avendo Bonaparte rotta la convenzione, che lo stabiliva all'isola dell’Elba, avea distrutto i titoli legali, ai quali stringevasi la sua esistenza. Il suo ritorno in Francia manifestare all’Europa che mai più poteva esser pace con esso: che, chiarito perturbatore e nemico del riposo del mondo, era abbandonato alla pubblica vendetta: Luigi XVIII lo dicea traditore, ne ordinava l'arresto, volea tradurlo innanzi ad un consiglio di guerra, giudicarlo col rigore delle leggi: il duca di Angouleme, che tutto tranquillo