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136 VITA DI PIO VII

Può, rispondeva l'inglese, in tale evento, il santo padre recarsi a bordo e porsi al sicuro. Soddisfatto della risposta e lieto di dare al mondo una prova di più della confidenza in cui aveasi la ospitalità brittanna e di mostrare agl'inglesi un pontefice che con aria umile e modesta, ma dignitosa, col sorriso quasi continuo sul labbro, con la naturale affabilità dei modi lasciava tanto soavi impressioni nell'animo, legava i cuori più resti in modo da imporre anche ai protestanti venerazione e rispetto. Riferita al papa la determinazione del cardinal ministro, tenne contrario parere: comandò di troncare gl'indugi, lasciar Livorno, prender la via di Sarzana, per evitare l' asprezza dei monti, imbarcarsi a Lerici e toccar Genova. Agitato per i pericoli che poteano affrontarsi, ma obbediente ai coraggiosi desideri sovrani, il cardinal Pacca, che ben vedea quale immensa responsabilità pesava su lui, allontanavasi con Pio da Livorno nelle ore pomeridiane del giorno trentuno marzo e giungea la sera all'episcopio pisano, accolto splendidamente dal prelato Alliata, che tenea quella sede. Il sole di aprile irradiava appena le colline pisane quando l’augusto pellegrino mosse per Sarzana, tenendo la via di Viareggio e di Massa e vi giungea sul declinare del giorno. Fuori della città, circondato dal popolo, attendeva il suo arrivo, per comando del piissimo re di Sardegna, il marchese di san Saturnino ministro di quella corte presso la santa sede, che dopo avere a nome del sovrano presentati al papa gli omaggi, rivolto al popolo che circondava la carrozza, disse ad alta voce « Il re mi comanda di dire a voi, che ora dovete obbedire a questi » e indicava Pio « che è il primo dei sovrani, il capo visibile della chiesa ». Lo disse appena e uno stuolo di giovani facendosi più vicini alla carrozza del papa, ne staccarono i cavalli e a forza di braccia lo condussero alla cattedrale, quindi al palazzo del vescovo, scortato dai soldati brittannici che guardavano quella città. Si diresse sul mattino a Lerici, ove le feluche, pavesate a festa per cura delle autorità governative, aspettavano l’augusto viaggiatore che moveva dal lido alla volta di Genova. Non spirava un'aura di