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LIBRO VIII 135

Nello stato del papa, leggeasi nel foglio intercettato, noi non abbiamo che un piccolo partito e questo è tenuto a freno non tanto dalle autorità quanto dalla massa del popolo che non è per noi. Pacca partito da Roma seppe in Viterbo che il papa, dopo breve sosta, avea proseguito il viaggio per la Toscana. Sperò raggiungerlo ad Acquapendente, ma in quest'ultima città dello stato intese che avea varcato il confine. Un corriere portò ad esso lettera rispettosa del cardinale, che temendo volesse altri indurlo a riparare in terre lombarde, faceasi a pregarlo volesse attender l’arrivo dei cardinali. Rispondea Pio VII da Siena al suo ministro che lo avrebbe aspettato a Firenze. Se temeva la corte pontificia, la casa di Lorena non viveva in incertezze minori. La sera istessa in cui entrava nel palazzo Pitti il cardinal Pacca, dicevasi per Firenze che l'armata napolitana avea toccati i confini toscani. A prevenire l'ire ingiuste di un ospite inopportuno, il papa e il gran duca lasciavano la capitale, dirigendosi a Livorno ove giungevano sull'albeggiare del dì ventinove. Corsi gli avvisi, in Empoli non solo in Pontedera e Pisa, ma per l'istesse campagne di quel paese incantevole videsi inusitato e commovente spettacolo. Come per incanto accorreva il popolo dalle terre circonvicine: uomini, donne, fanciulli, accompagnando il pontefice, aveano in mano fiaccole e lumi per rischiarare l'oscurità della notte; circondavano la carrozza, salutavano il gran duca, domandavano ad alta voce la benedizione del santo padre che, visibilmente commosso, benediceva al popolo. Così giungevano nella energica Livorno gli augusti viaggiatori. Ivi, inteso che era in rada un vascello inglese, spedì Pacca una lancia per dire al capitano che desiderava parlargli. Venne questi ed inteso che il papa per trasferirsi a Genova, lo pregava di accettarlo a bordo, si disse fortunato di rendere a Pio VII questo lieve servigio: pregavalo solo di breve sosta, perchè ad obbedire agli ordini del suo governo, dovea scortare al porto di Genova i bastimenti mercantili della sua nazione, che in Livorno caricavano le merci inglesi. Aggiungevagli il cardinale: e se in questo tempo si avanza l'esercito napolitano?