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LIBRO VII 127

do un grido, che suonò tristamente all’orecchio dei principi raccolti a Vienna, disse all’Europa fuggito Napoleone dall’Elba, incerta la direzione ma sicuro lo scopo: ristabilirsi sul trono. Stavasi a circolo il re negli appartamenti della regina circondato dai cortigiani, dai ministri e dagli ambasciatori stranieri, quando la notte del quattro marzo giunse in Napoli l'avviso di avvenimento tanto importante. Gioacchino che per leggere i dispacci erasi con la moglie ridotto in altre stanze uscì tutto raggiante di gioia, narrò ai circostanti la fuga, e si ritrasse a consulta coi suoi ministri. Quell’allegrezza dovea riuscirgli fatale. All’Austria, all'Inghilterra inviò la notte istessa proteste di serbarsi fedele alle fermate alleanze, stabile nella politica, avverso a Napoleone: intanto, desideroso del dominio d’Italia, volea, re potente, aiutare di armi il cognato. Prima incerti rumori dalla Toscana, quindi sicure novelle di tanto avvenimento giungevano in- Roma. I cittadini, riavutisi appena dalle conseguenze d’una invasione straniera, vedeano sovrastare doppio pericolo e tremavano. Il sire di Napoli con le armi, quello di Francia li spaventava col nome. Coloro, che avevano parteggiato per i francesi, speravano, vivevano nei dubbi quelli, che amavano le antiche istituzioni. Andavasi dicendo per la città, che ben mille uomini della guardia, dei quali ottanta quattro polacchi, e cinquecento volontari venuti da Corsica seguivano Napoleone. Sapeasi, per notizie giunte da Livorno, che la piccola flottiglia a vele spiegate erasi veduta presso Capraia: chi dicea Napoli luogo destinato allo sbarco, chi le coste di Francia. I corrieri portavano a tutte le corti la paurosa novella. Il grido Bonaparte è in Francia ponea tutta l'Europa in tumulto. Ai primi rumori mosse da Livorno per l'isola il commissario inglese, ma invano; dappoichè Napoleone, nella sua rapida corsa, toccava le terre francesi. A queste notizie circolanti per Roma aggiungca nuovo spavento la voce, che la sorella dell’imperatore, Elisa governatrice generale della Toscana, avea detto a Bologna, che se questi era arrestato in Francia, ella terrebbe il papa in ostaggio. Crebbero le incertezze della corte pontificia il