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LIBRO VII 125

mosse Pio, che lo assicurò di sua sovrana benevolenza e perchè alla dolcezza delle parole rispondesse la realtà dei fatti, lo confortò a proporre un metodo di studî, che affacendosi all’animo suo, bastasse ad istituire una nuova cattedra nella romana università. Rispondevagli modestamente l'uomo della scienza, reso più forte dalla fiducia che riponevasi in lui, come in alcune università straniere erasi adottato un piano di studi fisici ad istruzione dei giovani ecclesiastici, da servir di scala alle disquisizioni teologiche, sia col mostrare nelle create cose l'infinita sapienza del creatore, sia coll esporre il divino linguaggio della genesi per provare come le narrate cose della creazione concordano mirabilmente con Je recenti e vere teoriche delle scienze. Soddisfatto il papa dal progetto, lo invitò a preparare un programma, nel quale il dotto Scarpellini trattò delle sei giornate della creazione, le pose in mirabile concordia col sacro testo. Questa ed altre discussioni doveano essere il fondamento della nuova scuola, che per comando sovrano aprivasi nella università Alessandrina col titolo di Fisica sacra1. Tali erano le benefiche disposizioni, tali le cure amorevoli dal pontefice esercitate non a vana ostentazione di grandezza, ma al magnanimo scopo di difendere gli ono-

  1. Giova il ricordare, che non si tenne contento a questo solo tratto di benevolenza il cuore di Pio. Coloro ai quali tornava grave veder protetto lo Scarpellini, decorato della legione d’onore , membro del corpo legislativo , sussurrando voci maligne avvisavano a tutti i mezzi di fargli perdere il favore sovrano. Se ne avvide il papa e a far cessare la guerra sorda mossà allo Scarpellini, davagli pubblica testimonianza di stima. Accompagnato dalla sua corte, sorprendeva nel suo stabilimento il professore di fisica sacra: trattenevasi seco lui in famigliari colloqui, ragionavano della scienza, faceasi render conto dei vantaggi oltenuti dalla gioventù studiosa. Caduto il discorso intorno alle cose riguardanti l'accademia dei Lincei e ai benefici che le scienze fisiche poteano attendere da questa saggia e nobile istituzione, comandò che l’augusto suo nome fosse segnato nell’albo accademico. Rese questi umili grazie al pontefice benefattore, e volle con una lapide tramandare ai posteri la memoria del segnalato favore.