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124 VITA DI PIO VII

teggere le arti, caro ornamento di Roma. Il suo regno, a dispetto delle vicissitudini che contristarono i pontifici domini, fu molto propizio alle arti. Il vigoroso sviluppo dato da Canova alla statuaria fece risorgere dal basso stato di affrettazione la scultura e la spinse alla semplice bellezza, alle attitudini tranquille, ai panneggiamenti posati, insomma all’ampiezza e maestà delle opere antiche. Roma onorò in esso l’uomo, che si pose alla testa della scuola europea, il pontefice lo protesse. Della pittura classica lodato maestro in Italia era Camuccini: ebbe Stern nell’architettura il primato. Ad assicurare i vantaggi della insigne accademia di san Luca, ne accrebbe l’entrate, propose premi, aumentò il numero delle scuole, disse principe perpetuo Canova. Un busto marmoreo eretto nella gran sala lei modelli colossali ricordò ai presenti e parlerà ai posteri della inunificenza di Pio. Nè per il favore accordato “alle arti mancò alle scienze e alle lettere la benevolenza del papa. Può dirsi ch' egli con serenità di animo ricominciò l'opera della sua protezione come ieri l'avesse interrotta. Viene opportuno un esempio a compendiare la storia dei benefici piani e a manifestare l' indole sua generosa. Feliciano Scarpellini professore nelle facoltà filosofiche, della gioventù studiosa amantissimo e della celebre accademia dei Lincei restitutore lodato1, appartenne nei tempi napoleonici al corpo legislativo. Prete d'irreprensibile condotta, amico a Lagrange, a La Place, a Biot e a quanti ebbero nome di sapienti, colpito dall'odio di pochi o invidiosi o maligni, allontanato dalla cattedra, viveva poveramente. Lo seppe il papa, deliberò vederlo, volle dalla istessa sua bocca saper le incontrate vicende, udir le discolpe. Presentavasi il dotto Fulignate al pontefice, partavagli della cattedra conferita e tolta, aggiungea dolergli le sue mutate condizioni, perchè gli toglieano i mezzi di sostenere l'accademia dei Lincei. Tanta sincerità, tanto affetto com-

  1. Dotta e benemerita istituzione fondata in Roma sul cominciare del secolo XVII dal principe Federico Cesi.