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122 VITA DI PIO VII

rese vi adattava il triregno1. Accompagnava il dono e ne dicea le ragioni una bolla dal santo padre consegnata al capitano Bartoffy, incaricato di presentarlo al reggimento Radetski. Dalla imperiale benevolenza di Francesco I ricevea poco dopo cento cavalli, scelti dai reggimenti ungheresi, cento paia di pistole, altrettante sciabole ad uso dei dragoni e due mila fucili: partirono da Roma i commissari destinati dal papa a ricevere alla Cattolica quel munifico dono.

XIX. Nel suo soggiorno a Fontainebleau aveva avuto più volte il papa l'occasione di valutare i beneficîì portati alla società dalle sorelle ospitaliere, esemplarissime donne dedicate al santo e nobile scopo di soccorrere l'umanità e con saldo impegno avvisò ai mezzi di assicurare all’Italia quell’istituto che tanti vantaggi reca alla Francia. Desideroso di promovere la religione di Cristo, intese il bisogno di spedire ai più lontani paesi zelantissimi missionari, che benedetti da lui, partirono per annunciare ai popoli la parolà di verità. Pietoso al pari che prudente, vegliò al bene dei sudditi tornati sotto la sua autorità; avvisò ai modi di non urtare Gioacchino, le cui armi presidiavano le provincie più fiorenti dello stato e intanto, tenendo gli sguardi fissi sul mondo cattolico, animato di sacerdotale coraggio, parlava con una enciclica ai cattolici di Olanda per tenerli sull’avviso esser la elezione di Willibrord Van-Os al vescovado irrita, nulla e sacrilega. L'anatema pentificio colpì il vescovo sedicente e Gilberto de Jong da cui fu consacrato e coloro che aveano cooperato alla illegittima elezione. Non contento delle molte prove di affetto date all'Austria e disposto ad offrirne sempre maggiori, cosa nuova per Roma e perciò più valutata, prese seco in carrozza Nugent, comandante generale dell'esercito cesareo in Italia che primo lo avea ricevuto sul

  1. Al di sotto della bandiera a lettere d'oro leggevasi
    Ungariae Patronae Pium comitatur ad Urbem
    O felix tanto Roma sub auspicio!