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120 VITA DI PIO VII

fortificazioni il porto di Ancona: lamentavasi Pio dei segreti maneggi del console napolitano , e il re nuovi emissari spediva nelle provincie a suscitargli imbarazzi, a scuotere la fede dei sudditi. Erano questi i segreti timori di Roma, queste le angustie, che tenevano agitato il sovrano, desideroso di uscire pure una volta da quello stato doloroso cd incerto. E qui ultimo vienci fra le mani quel Radet, che vedemmo con ardimento sacrilego dare assalto notturno al palazzo del quirinale, spezzar le porte, attraversare le sale per trovarsi alla presenza di Pio, intimargli l'arresto, trasportarlo lungi da Roma. Immemore del passato e possessore di un predio appartenente ai padri domenicani, ebbe vaghezza di rivederlo eosò per mezzo dell'ambasciata francese farne domanda al pontefice. Il cardinal Pacca che giustamente temea avrebbe la presenza di quest'uomo destata l'ira dei romani è vendicato l'antico affronto, si oppose. Mal soddisfatto il generale Radet da questa ripulsa, replicò la domanda, ma invano, dappoichè la prudenza del ministro non fu vinta dall'audacia del soldato, dai desideri dell'ambasciatore.

XVII. Sino dal momento, in cui il papa, chiuso nelle stanze del quirinale, deplorava i mali supremi, ond'era oppressa la chiesa, aprendo i segreti dell'animo al cardinal Pacca suo compagno di prigionia, aveagli manifestato il pensiero di ripristinare la compagnia di Gesù, verso la quale nutriva sentimenti di affetto e di stima. Correa il di sette agosto mille ottocento quattordici, ottavo dalla festa di sant'Ignazio, quando recavasi il papa nella chiesa del Gesù, superbamente decorata di ricchi drappi e di lumi. Innanzi all’altare del santo fondatore ascoltò la messa, dopo la quale, recandosi nella cappella interna del chiostro, eve è stabilita la congregazione dei nobili, assiso in trono, fece leggere la bolla, con la quale restituivasi al mondo cattolico la compagnia di Gesù. Stavano da un lato i padri della compagnia venerandi per età, per merito religioso e scientifico e per le sofferte sciagure, presieduti dal padre Panizzoni, autorizzato a tenere le veci del preposito generale. Poichè fu compiuta la ceremo-