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LIBRO VII 113

la battaglia, dalla quale tutte dipendevano le speranze di Roma e la prosperità dello stato: e perchè il decreto napoleonico restituiva al papa i soli dipartimenti di Roma e del patrimonio, trattavasi di riacquistare alla podestà del pontefice le provincie più fiorenti e più belle, che lusingavano le altrui ambizioni. Non mancavano difficoltà che sulle prime parvero insuperabili: maggiore fra tutte la convenzione dell’Austria con Napoli per la quale voleasi indennizzato Ferdinando IV re in Sicilia dei suoi domini continentali. L'impresa napoleonica fallita, l'audacia di Gioacchino punita dall’esercito austriaco, il corso pericolo di veder nuovamente compromesso l'equilibrio europeo resero più facili le trattative, più sicuri gli accordi. Avea Consalvi santi diritti a propugnare, valide ragioni a difendere, ma ben sapea, che nei congressi politici all'interesse dei deboli spesso prevale il desiderio dei forti. Nom mancò ad alcuno dei suoi doveri: lodò innanzi all’assemblea la costanza e il coraggio di Pio che, inerme e prigioniero, oppose valida resistenza ai voleri napoleonici; disse che il sottrarre ad esso una parte dei propri dominî sarebbe un seguir il sistema rovesciato dalla potenza delle armi alleate: e poichè si avvide, che volea trarsi partito dalle convenzioni del trattato di Tolentino, il sagace ministro rispose aver la Francia da se stessa dichiarato irriti e nulli quei duri patti dalla repubblica imposti a Pio VII: domandò pertanto la restituzione di Benevento e Pontecorvo, protestò per Avignone, e il contado venesino, dal trattato di Parigi senza compensi assicurato alla Francia e per la porzione del Ferrarese sulla riva sinistra del Po data all’Austria con diritto di presidio delle piazze di Ferrara e Comacchio: parlò in fine ‘dei ducati di Parma e Piacenza e sostenne l’interesse della santa sede appoggiato alla mediazione della Prussia e dell'Inghilterra. In virtù di queste convenzioni si vollero amnistiati gli abitanti del paese, che rientrava sotto la podestà pontificia, garantito il debito pubblico, mantenuti validi e legali gli acquisti delle proprietà ecclesiastiche; assicurato al principe Fugenio Beauharnais l'intero e libero godimento dei beni mobili e im

Giucci. Vita di Pio VII — II