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88 VITA DI PIO VII

rigi le voci sul destino del papa e dei cardinali. Gli aderenti al governo diceano fermata la concordia, promessa alla chiesa la restituzione degli stati, meta assegnata al viaggio del santo padre e dei porporati la città eterna: quelli, che le arti conoscevano di gabinetto e gli sforzi vedevano di un impero, omai cadente, «dicevano con più ragione, che paura e vergogna imperiosamente quel passo avea suggerito. Avvalorava questa opinione l'aria di mistero di cui voleasi circondato il pontefice allontanato dal castello, e la lunga via imposta ai cardinali che, confinati nelle città nella bassa Linguadoca e di Provenza, non vi pervennero che dopo aver traversato l'Orleanese, il Limosino e quasi toccati i monti che la Spagna dividono dalla Francia. Questa inutile severità procurò nuove simpatie alla causa di Roma e nuovi trionfi alla religione: Gappoichè la rassegnazione dei porporati ridestò nelle provincie francesi il sentimento della pietà e il nome di vescovo d' Imola dato a Pio VII non giunse a nascondere ai popoli la maestà del pontefice massimo.

II. L'ammirazione destata in Francia dal capo visibile della chiesa, che gloriosamente avea combattuta la “guerra del signore, bastò a dissipare le precauzioni, le arti segrete adoperate verso l’augusto prigioniero e a rendere inefficaci gli ordini severi dati al colonnello Lagorse. Partito Pio VII da Fontainebleau al meriggio giunse sul far della sera in Orléans, ove riconosciuto, benediceva alla città. Mosse quindi per la Ferté, La Motte, Salbris, d'onde ripiegando verso Limoges, lunghesso la via a gran distanza dall'abitato, vide il clero preceduto dal vescovo, che inginocchiavasi per giurîre sommissione ed obbedienza alla santa sede. Amorevolmente risposegli il santo padre, che proseguendo il viaggio toccava Pierre

    ta per Nimes. Scotti videsi confinato a Tolone, Pacca ad Uzel, Ruffo Scilla a Grosse, Oppizzoni a Carprentras, e Galeffi a Lodevi. Queste vittime del dispotismo conquistarono tutta la riverenza e l'amore del mondo cattolico.