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84 VITA DI PIO VII

tefice, che dopo ciò in quella istessa sala e alla loro presenza si assise a tavola, gustò un poco di cibo. Parlavano insieme di cose indifferenti quando l'orologio del castello batteva le undici del mattino. Si alzò il papa che, rassegnato e tranquillo, si diresse all'oratorio, seguito da quanti gli erano d'intorno. Pregò brevemente nella tribuna della cappella, benedì i pochi che stavano in essa e, appoggiato al braccio del cardinal Mattei, scese nel cortile del castello, ove lo attendevano le vetture. Fu spettacolo consolante il vedere come, ad onta dei rigorosi divieti, gran numero di persone, scalate le mura dei giardini, penetrate nel cortile, genuflesse in mezzo alla neve chiedeano al padre dei fedeli la benedizione, e compativano le sue sventure. Li benedì il papa con effusione di cuore, indi salì in carrozza con l'arcivescovo Bertazzoli. In quel momento solenne la moltitudine commossa tenne un profondo silenzio, ma vistolo appena allontanare dal castello, proruppe in gemiti ed in singulti. Piangeva il papa, i cardinali piangevano e in quelle lacrime era l'angoscia del passato, la speranza dell'avvenire, insomma le consolazioni e i dolori di che si compone la vita.