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LIBRO VI 63

gli strappate dal labbro. Dalla discussione di queste due opinioni una terza ne scorse sostenuta da Roverella, da Doria e da Monsignor Bertazzoli. Essi accostandosi al parere di quelli, che gli articoli del concordato dichiararono contrari alla ecclesiastica disciplina, dannosi ai diritti della santa sede, ingiuriosi al pontefice, proponevano riaprire le trattative, non per venirne a capo, ma per attender consiglio dalle circostanze e dal tempo. Agevole, dicevano essi, il troncare le conferenze, facile il trovare pretesti per annullare quell'atto solenne di cui vedevano andare Napoleone. più superbo che delle vinte battaglie. La loro opinione non prevalse si perchè giudicata poco leale e indecoroso al loro sacro carattere il dimenticare che, conseguenza immediata di quell’atto, alcuni fra essi erano liberi usciti dal carcere, molti richiamati dal lungo esilio, tutti vicini al papa. Alla prudenza dei padri parve impossibile l’ottenere, che i plenipotenziari dell'imperatore volessero pure una volta portare ad esame basi fondamentali discusse, stabilite, sanzionate dalla sottoscrizione dell’imperatore e del papa. Parlò energicamente Pacca, parlò con coraggio e con eloquenza meravigliosa Consalvi. Uomini generosi, che aveano resi eminenti servigi al pontefice, dimostrarono, che le clausule volute dagli uni non avrebbero mai corretti articoli essenzialmente contrari alla disciplina della chiesa, e al decoro della sarita sede. Provarono ad evidenza non ammissibile la opinione dei pochi che cercavano consiglio dal tempo: avvenga che non era isfuggito alla loro intelligenza, che questo andavasi migliorando, che Napoleone, abbattuto dai disastri di guerra, avea spiegato. un tuono meno severo, una volontà che cedeva all'impero delle circostanze: pur non piegavasi al partito di lasciar sussistere certi patti e tali condizioni, che nel progresso dell’età avrebbero facilmente creati imbarazzi alla santa sede. Imperocchè in qualunque controversia potesse in seguito verificarsi, egli è certo, che il trattato di Fontainebleau non contradetto, non annullato, reslavasi come un'arma in mano ai sovrani, che ricordando quello che dal papa erasi concesso all'imperatore,