Pagina:Storia della vita e del pontificato di Pio VII.pdf/311


LIBRO VI 59

giorni dal celebrare la messa: ai cardinali, ai vescovi francesi domiciliati nel castello non dubitò svelarne la causa. I consigli di dotto e pio porporato lo indussero ad accostarsi di nuovo all'altare. Tormentato dalla idea di aver potuto con quell’atto scandalizzare il mondo andava seco stesso pensando al riparo, vi pensavano i cardinali, quando Pacca e Consalvi, che avevano affrettato il viaggio per trovarsi al fianco del santo padre, l'uno dopo l’altro nel giorno istesso giunsero a Fontainebleau. Parve per la loro presenza anziosamente desiderata, che l'animo addolorato del papa si sollevasse in qualche modo dallo stato di oppressione, in cui era. L'uno gli fu compagno di prigionia nel Quirinale: nudriva per l'altro particolare sentimento di affetto. Si rialzarono le speranze: il castello su cui regnava dapprima una solitudine, un silenzio profondo, ed una mestizia che piombava nel cuore si rianimò per la presenza dei porporati, che nel vederlo pallido in volto, incurvato sotto il peso degli anni, solleciti e affettuosi avvicinaronsi ad esso, e gli furono larghi di assistenza e di ajuto. Si permise al pontefice di chiamare presso di se i cardinali, nei quali riponea maggior confidenza, e la scelta cadde su Mattei decano del sacro collegio, della Somaglia; di Pietro, Gabrielli oltre Consalvi e Pacca, che già avevano stanza nel castello di Fontainebleau1. Spiacque la deferenza, ma fu obbliata dalla virtù dei cardinali ben lontani dal portare per questo atto di parzialità nuove amarezze al cuore del santo padre addolorato abbastanza da quanto era avvenuto. Si seppe per la Francia, che le porte dell'imperiale castello erano aperte a quanti voleano visitare il padre dei credenti, e persone di ogni condizione non solo vennero da Parigi; ma intrapresero lunghi pellegrinaggi per assistere alla messa da lui celebrata, baciargli i piedi e ammirar da vicino l'uomo; a cui erano

  1. I cardinali che dimoravano in città con libero accesso al castello furono Brancadoro, Oppizzoni, Litta, Galeffi, Scotti, Ruffo-Scilla, Pignatelli e Saluzzo.