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LIBRO VI 55

tissimo in Francia di questo colloquio. Narravasi, che nell’impeto dell’ira, trascorse Napoleone ad atti indegni di sua grandezza1, ma nol consente il rispetto, e non lo conferma la storia, dappoichè: a Pio VII, tornato al governo della chiesa e dei suoi stati, domandavasi in Roma se doveasi prestar fede alla fama, che narrò il fatto, e Pio dichiarò mendace quel grido. Ma se Napoleone non trascorse a fatti iniqui, non risparmiò a parole e ad insulti: prese un tuono autorevole con l'augusto suo prigioniero, e osò chiamare il padre dei credenti uomo non abbastanza versato nella scienza dei canoni. Non rispose Pio all'insulto dell’uomo di guerra e nella mansuetudine del suo carattere, calmatevi, dissegli, con accento amorevole, calmatevi, o sire. Libero in Roma, prigioniero in Savona, ospite a Fontainebleau sento il dovere di porre in opra ogni mezzo per serbare illesa l'unità della chiesa, l'indipendenza della santa sede. Sono nelle vostre mani, fate di me ciò che vi aggrada, mi troverete voi irremovibile nell'adempimento dei miei doveri. L'apostolica semplicità, la fortezza. d'animo mostrata dal papa scossero Napoleone, che nell’altontanarsi da lui, eragli largo di encomî, e non dubitava dirgli, che nel suo caso non avrebbe egli diversamente operato. Lontano però dal rinunciare ai suoi propositi, abbandonava ad altri il grave incarico di combattere la costanza di Pio.

VI. E non mancarongli abili ed energici negoziatori, che avendo assicurato il loro appoggio al governo, spiavano il momento opportuno a serbar la promessa. Vinsero le insistenze. Quello che l'animo generoso del pontefice avea

  1. Corse per la Francia, e per l’Italia un opuscolo, che si disse dettato dal Visconte di Chateaubriand col titolo « Bonaparte e i Borboni » nel quale si asserisce aver Napoleone in un impeto di sdegno afferrato il papa per i capelli, e di averlo ingiuriato villanamente. È a sperarsi che non debba registrarsi anche questa fra le amarezze durate dal venerando pontefice: ce ne convince la civiltà dei tempi, ia mansuetudine ‘di Pio, la gentilezza della nazione.