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52 VITA DI PIO VII.


IV. E il senato, ligio alla volontà imperiale, una leva decretò di trecento mila uomini: grave sacrificio dopo le perdite sopportate! Maggiori peraltro erano i suoi bisogni, i suoi desideri più vasti. A vendicare le sopportate sciagure l'imperatore dei francesi acerbamente ferito nell'amor proprio, vide come eragli mestieri restituire la pace alla chiesa, riconciliarsi col papa per conquistare le simpatie nazionali. L'amore di Pio era in cuore ai sovrani ed ai popoli. In Germania ministri e principi la deportazione del pontefice pubblicamente biasimavano: col racconto dei patimenti sostenuti dal papa i sudditi cattolici mirabilmente infiammavano: contro la nazione e il governo, di cui temevano la potenza Gravi suonavano in Polonia i rimproveri, e veniva meno lo zelo dei popoli versa l'imperatore per le ingiurie fatte alla santa sede. Buon maestro eragli divenuto il timore, per cui vide che l'accomodarsi col papa potea assicurargli la benevolenza e il rispetto del mondo cattolico. Erano cinque mesi decorsi dacchè Pio VII, quasi dimenticato, stavasene nei castello di Fontainebleau, quando Napoleone accortamente al cominciare dell'anno mille ottocento tredici spedivagli un ciamberlano a domandar notizie di sua salute: cortesia usata e ricambiata fra corti amiche. Sensibile il papa a questo inatteso atto di urbanità, inviava a Parigi il cardinale Giuseppe Doria, che un tempo sostenne la nunziatura di Francia, personaggio d'illustri natali, ben affetto a Napoleone, alla grandezza delle corti, alle forme diplomatiche per nobiltà di prosapia e per lunga consuetudine accostumato. Accolto con molto favore, e riaperte seco lui le negoziazioni fu scelto dall'imperatore De Voisin: vescovo di Nantes, personaggio accetto alla corte, abile negoziatore, professore della Sorbona, autore lodato di opere in difesa della religione cattolica. Presentò questi al pontefice un foglio contenente diverse proposizioni, per le quali volevasi Pio e i suoi successori obbligati a nulla ordinare in opposizione alle quattro proposizioni gallicane: che la nomina del sacro collegio fosse per due terze parti ai principi cattolici devoluta: che di-