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LIBRO V 43

efficacemente a ridestare in cuoro ai francesi il sentimento religioso. Le cure più tenere e commoventi, gli affetti più rispettosi furongli prodigati dalle grandi famiglie di Francia. Si distinsero su tutti i Montmorency-La-val, i de la Riandrich nel fargli pervenire nobili testimonianze di devozione e di affetto.

XXV. La Francia, la Germania, l'Italia o tanta parte d'Europa era doma; solo indomabile mostravasi il petto sacerdotale di Pio. Rassegnato ai voleri della provvidenza, fidente in Dio, che veglia al hene e alla integrità della chiesa, dal giorno venti giugno mille ottocento dodici al ventitre giugno mille ottocento quattordici non uscì mai dall'appartamento, che gli aveano assegnato. Sovente la muta di corte si presentava al castello, sovente i satelliti imperiali invitaronlo a diporto: costantemente rifiutavasi il papa. Assegnavasi, scorta di onore, una compagnia di gendarmi, il cui officio era il non perdere di vista l'augusto prigioniero: si pensò a Parigi, che quella guardia era rifiutata, perchè non volea il papa circondarsi di un'arma politica: sostituivasi un distaccamento di guide: il loro colonnello domandò più volte di accompagnarlo, ma egli ricusavasi dal secondarlo. Annoiato un giorno dalla importunità, risposegli: non salirò, signore, in carrozza al palazzo di Fontainebleau, che per tornare direttamente al Quirinale. Inutili riuscirono le premure, inefficaci i consigli: egli declinò sempre dagl’inviti, ad onta della deteriorata salute, del bisogno in cui era di respirare un'aria più libera e pura. Nei lunghi giorni in cui dimorò nel reale castello, si astenne persino dal visitare la cappella palatina, e celebrò il divin sacrificio in un altare eretto nelle sue camere: prostrato ai piedi di quello, offri a Dio le sue pene, pregò pel cattolico gregge, provvide ai bisogni della chiesa alle sue cure commessa. Quivi ricevè amorevolmente quanti, autorizzati dall'imperiale governo, prostravansi riverenti ai suoi piedi. Egli, benedicendoli, facea loro baciare la mano: pregato, applicava indulgenze agli oggetti religiosi, che érangli presentati; davà a tutti prove di bon-