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LIBRO V 33

allargando le speranze, ora esagerando i timori, tentò vincerli colle lusinghe, spaventarli con le minaccie. La maggior parte di essi, dolenti cella oppressione esercitata contro il supremo gerarca, fecero tornare a vergogna dei nemici della santa sede le arti, con cui si sperò vincere la loro costanza. Parve saggio consiglio inviare alcuni cardinali al pontefice per determinarlo a cedere agl’imperiali voleri. Scelti a questo incarico erano quattro vescovi francesi, cinque italiani, ai quali si aggiunsero i cardinali Doria, Dugnani, Roverella, Ruffo, De Bayane e l'arcivescovo Bertazzoli, chiamato da Lugo a Parigi. Lo stato di salute, a cui era ridotto Pio VII, oppresso da tanti mali, guardato a vista dai napoleonidi, isolato dai suoi, destò nell’animo di tutti gravissime apprensioni.

XVII. La sacra caravana che, servendo all’imperatore, non volea mancare ai suoi doveri verso il pontefice, giungea da Parigi a Savona sul cominciare del settembre mille ottocento undici. Questi sulle prime ricusavasi dal ricevere la deputazione, sinchè vinto dalle insistenze, per non accrescere i mali che affliggevano la chiesa, li ammise alla sua presenza. Sorpresi dalla dignità, con cui furono accolti, lessero sù i lineamenti del suo volto una espressione tanto profonda di tristezza da commovere gli animi i più efferati. Primo parlò uno fra i vescovi per deplorare i mali, che agitavano la chiesa: gli altri fecero eco alle animose parole; tutti unitamente pregarono volesse il pontefice restituire al mondo la pace; sentir pietà di tante diocesi prive dei loro pastori; concedere la istituzione canonica ai vescovi, che l'imperatore avea designati. Si oppose il papa con dignità e con coraggio, finchè non fu sopraffatto dai consigli del cardinal Roverella che, o ingannato o sedotto, avea fatalmente promesso di secondare le mire del governo napoleonico, consigliando Pio VII ad approvare il decreto emanato da un conciliabolo, da esso altamente disapprovato. E a chi si meraviglia in vedere come il Roverella giungesse a tanto, diremo che quel porporato, il quale avea in Venezia potentemente contribuito alla elezione del papa, ebbe fama d'uomo d'ingegno, e che

Giucci. Vita di Pio VII — II