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LIBRO V 31

maggiore, davansi prove di considerazione sovrana: ad alcuni furono aperte le porte del senato, ad altri quelle del consiglio supremo d'Italia.I buoni temevano, aumentavansi i dubbi nel vedere esclusi da quell’adunanza i pastori, che aveano rifiutato il giuramento al governo. È però ben consolante il riflesso che in mezzo alla corruzione del secolo, la voce della coscienza prevalse nel cuore dei vescovi e la maggior parte di essi si mantenne fedele al proprio dovere. A cento quattro sommava il numero dei padri a questo atto adunati, non dal pontefice , non dal primate della Francia, ma dalla volontà imperiale. Sei cardinali, nove arcivescovi nominati. Erano quarantanove prelati francesi, quarantatre italiani, due tedeschi, uno svizzero. Adunavansi nelle sale dell'arcivescovado: si trasferivano in forma pubblica alla chiesa metropolitana. Di cantici, di preghiere risuonarono le volte del tempio e a tenore del concilio Toledano decretavasi sulle prime che niuno dar si dovesse a dispute oziose, vane e ostinate, che tutto enunciare si dovesse con calma e con gravità in modo, che l'agitazione dei partiti non recasse pregiudizio alla mente: stabilivasi in fine, che niuno avrebbe lasciato Parigi prima della chiusura, ove la lontananza non fosse autorizzata e permessa dai padri. Si domandò individualmente a ciascuno se piaceva loro che si adunasse il concilio. Dubois de Sauzay arcivescovo di Bordeaux rispondea: salva l’obbedienza dovuta al pontefice: Maurizio di Broglio vescavo di Gand, Francesco Giuseppe Hiru vescava di Tournay, Stefano Antonio di Boulogne vescovo di Troies non mostrarono minor coraggio. Memoranda prova di animo virtuoso dava a quella assemblea il vescovo di Chambéry, col proporre di andar tutti ai piedi del trono per reclamare la libertà del supremo gerarca di santa chiesa. Appoggiarono generosamente quella mozione il vescovo di Gerico suffraganeo di Munster e vari vescovi italiani, frà i quali distinguevasi quello di Brescia. E già dalle prime sessioni prevedeva il governo, che i prelati a secondar: le sue mire non erano affatto proclivi. Formaronsi due partiti quello della corte, e quello della religione, ma a gloria dell’Italia e della Fran-